Che valore ha un punto in Formula 1? È una misura infinitamente piccola, ma allo stesso tempo gigantesca, per chi cerca un modo di dimostrare il proprio talento. È un simbolo di classe già manifesta, o di un potenziale ancora inespresso. La battaglia tra George Russell e Fernando Alonso per il decimo posto in Austria ha illustrato perfettamente la potenza di un risultato apparentemente insignificante.
Un punto con la sua Williams per George sarebbe una conquista, una prova di forza per far capire, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto si meriti finalmente quella chance in Mercedes che finora gli è stata negata.
Ha assaggiato la sensazione inebriante di essere in cima al mondo, sostituendo Lewis Hamilton in Bahrain lo scorso anno, ma la chance di vittoria gli è stata crudelmente strappata. Bloccato nella bolgia della retrovia, George si deve accontentare delle briciole.
Sulla sua strada Russell si è ritrovato Fernando Alonso, che, a quasi 40 anni, non ha alcuna intenzione di risparmiarsi. Quel punticino, per Fernando, è la misura della sua voglia di combattere. È una belva assetata, Fernando. E non è mai pago. Cosa sarà mai un punto per un pilota che ne ha ottenuti quasi 2.000 in carriera? Sembra nulla, e invece è tutto. Si ritrova a battersi con piloti che sono nati quando era un adolescente, ma il ragazzino, a volte, sembra lui.
Che cosa rappresenta un punto in Formula 1? È la valuta simbolica cui si aggrappano coloro che hanno la fame di chi ha ancora tutto da dimostrare, come George. E coloro che non hanno smesso di avere appetito, nonostante il passare degli anni, come Fernando.
Questa è la vera essenza della Formula 1. L’appetito vien lottando, in F1. Lo sanno bene Fernando e George, splendidi duellanti per un risultato impalpabile, ma allo stesso tempo pesantissimo.