Per avere un'idea precisa di come il più minimo particolare possa fare la differenza nella lotta al titolo tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin, basta guardare quanto è accaduto nel finale del Gran Premio d'Australia: se la bandiera a scacchi fosse stata sventolata al giro ventisei lo spagnolo - unico a montare la soft al posteriore insieme a Marc Marquez - avrebbe vinto. I giri previsti, tuttavia, erano ventisette. Percorrere anche solo una volta in più i 4448 metri di Phillip Island ha stravolto il risultato di Martín, che dalla vittoria è passato al quinto posto. Che dalla prospettiva di guadagnare nove punti su Bagnaia, ne ha persi altrettanti. Dietro al rocambolesco finale, e alle differenti strategie di Bagnaia (in gestione nella prima parte di gara con la media al retrotreno) e Martìn (in gestione nella seconda fase di gara con la morbida al posteriore), ci sono le scelte, i rischi, le proiezioni e i calcoli accuratissimi del Team Ducati Factory e del Team Ducati Pramac. In particolare, di "C2" - Cristian Gabarrini (capotecnico di Pecco) e di "Radar" - Daniele Romagoli. Una sfida nella sfida per i due ingegneri italiani, con Gabarrini che - in una bella intervista realizzata da Paolo Ianieri sulle pagine della Gazzetta dello Sport - ha parlato così del loro rapporto: "Io con Daniele faccio tutti i viaggi in auto tra gran chiacchierate di musica e altro, andiamo d'accordissimo. La sfida è principalmente tra i piloti, noi tecnici cerchiamo di fare il meglio, il più bravo vincerà".
A Gabarrini, successivamente, è stato chiesto cosa pensasse nel momento in cui - tra il sabato e la domenica del Gran Premio d'Indonesia - lo spagnolo aveva temporaneamente strappato la leadership della classifica a Bagnaia: "Per noi ha pesato tanto la caduta in India, lì Pecco lo aveva preso, sorpassato e lasciato lì, e l'altro era scoppiato. Senza caduta staremmo parlando d'altro, ci sarebbe ancora un gran vantaggio e Martín avrebbe la cresta più bassa. Questa è la realtà. Poi, a me Martín piace, l'atteggiamento che ha, sempre combattivo, aggressivo e positivo. Però è naturale che tiri acqua al suo mulino e cerchi di mettere pressione a Pecco. È facile stare in un team ufficiale vestito da squadra satellite e avere tutti i benefit del team interno senza lati negativi, pressione in primis. Martín, comunque andrà, avrà fatto bene. Ma la Pramac è un team ufficiale. Il punto debole di Jorge? Non saprei, e se lo sapessi preferirei non dirlo. Vedendo i suoi dati sarebbe scorretto, un po' una cattiveria. Il suo assetto è, più o meno, lo stesso di Pecco da un anno e mezzo. Poi è vero che ha caratteristiche di guida molto redditizie e particolari, e parlo come uno che tifa Martín dai tempi della Moto3".
Gabarrini, infine, ha analizzato le difficoltà riscontrate dal suo pilota nell'ultimo periodo, partendo dal sabato di Mandalika, in cui Bagnaia non è riuscito ad accedere al Q2 (episodio verificatosi anche in Australia questo weekend), per arrivare alle ormai conclamate reazioni di Pecco dopo un momento negativo. Non è mancata, in ultima battuta, una disamina sulla condotta di gara del campione del mondo in carica in relazione a quella dei suoi avversari: "In Indonesia più di Martín che andava fortissimo, era Pecco un po' sottoperformante rispetto al suo standard. Poi, per quanto riguarda la successiva vittoria della domenica di Mandalika, diciamo che abbiamo ragionato sull'approccio alla gara. Io con lui non ho filtri e gli ho detto cosa pensavo fosse opportuno cambiare. In gara, a Lombok, abbiamo rivisto il Pecco di sempre. Portimao 2021, quando è partito 11° ed è arrivato 2°, non è lontana. Quelle gare le ha fatte lui, non un altro. Il rispetto dell'avversario di Bagnaia? È uno molto attento, ma la maggior parte degli altri non sono così. Se vuoi combattere per vincere, devi adeguarti. Se stenti a sorpassare per non essere scorretto o perché giustamente hai paura che ti retrocedano come a Jerez, sanzione ridicola vedendo le cose successe dopo, cambia molto. Ma preferisco perdere il Mondiale perché ci fanno cedere posizioni per un sorpasso negativo, che vederlo sfumare per non aver provato".