Il weekend di Phillip Island per la MotoGP è cambiato radicalmente attorno alle 17:30 del venerdì, quando Carlos Ezpeleta (Chief Sporting Officer di Dorna) ha annunciato che la gara “lunga” si sarebbe corsa il sabato e la Tissot Sprint si sarebbe svolta domenica, in modo da garantire un minimo di spettacolo nel caso in cui le condizioni meteo si fossero dimostrate proibitive. Il meteo, però, non ha sbagliato: la pioggia, ma soprattutto le forti raffiche di vento, hanno prodotto diverse cadute in Moto3, costretto gli organizzatori a fermare la gara in Moto2 (vinta da Tony Arborino, velocissimo sul bagnato) e ad annullare la Sprint della MotoGP.
La cosa chiaramente non ha fatto piacere a tutti, specialmente a chi - come la squadra di Paolo Campinoti - aveva entrambi i piloti pronti a lottare per la vittoria. Gino Borsoi, Team Manager di Prima Pramac, ha commentato così la decisione della direzione gara al microfono di Sandro Donato Grosso per Sky: “Hanno fermato la Moto2 perché il vento era in aumento e le condizioni erano di ventate un po’ più critiche rispetto all’inizio, soprattutto rispetto alla Moto3 e il vento ora è uguale o peggiore. Credo che per la sicurezza… non è una cosa che a noi non va bene ma meglio così. Martín era sicuramente pronto e tutti e due i nostri piloti volevano correre, capisco che comunque la maggior parte dei team avevano deciso di non partecipare. È stata una decisione, credo anche giusta, della Race Direction”.
Grande classe, grande onestà: prendere rischi è il mestiere del pilota e lui (che il pilota l’ha fatto) li avrebbe lasciati correre, eppure Borsoi non ha contestato la decisione della direzione gara perché la pista era realmente pericolosa. D’altro canto, Davide Tardozzi si è detto piuttosto sollevato: “Come al solito la Race Direction cerca di capire qual è il sentimento dei Team e dei piloti, poi da lì prende la propria decisione, che secondo me è assolutamente la migliore. La sicurezza viene prima di tutto, poi c’è chi pensa agli interessi di campionato ma noi pensiamo prima ai piloti. Non so cosa abbia detto Gino Borsoi, ma arrivare alla prima curva a 320 Km/h con il vento e le folate che arrivano credo che sia veramente pericoloso. Qui nel paddock non abbiamo sentimento di quello che è il vento in curva uno e curva tre. Credo che se hanno fermato la Moto2 e ora il vento è cresciuto questa sia la decisione giusta”.
Anche in questo caso, più che i punti che Bagnaia avrebbe potuto perdere (al massimo 12, considerando che si trattava della gara sprint) a preoccupare il Team Manager dev’essere stata la paura di un infortunio, magari in seguito a una scivolata che in condizioni così difficili è tutt’altro che da escludere. Queste sono le corse, da sempre. C’è la voglia di correre e quella di vincere il titolo, e alla fine soltanto i piloti mettono assieme entrambe le cose. Lo dimostra anche Pecco Bagnaia, che - sempre a Sky - racconta di come, in realtà, avrebbe preferito disputare la gara: “A me dispiace sempre di non poter correre, perché ci sono sempre possibilità di perdere o guadagnare dei punti. Stamattina nel warm up abbiamo avuto un piccolo problema sulla moto ma eravamo pronti, sul bnagnato quest’anno abbiamo sempre fatto passi in avanti e avremmo lottato per vincere la gara, quindi abbiamo comunque dovuto rinunciare a dei punti che avrebbero fatto comodo. La situazione era comunque critica”.
Stesse idee di Jorge Martin, che con buone probabilità avrebbe avuto il ritmo per portarsi a casa la medaglia d’oro, quella da 12 punti: “Alla fine hanno fatto la scelta giusta, se la pista è pericolosa lo è per tuitti. Ovviamente mi sono trovato bene nel warm up e pensavo a correre, però devo rispettare questa decisione e alla fine per la sicurezza non c’è niente da dire, è così. Non si corre e pensiamo alla Tailandia. Io alla fine faccio quello che dice la Direzione Gara, ho aspettato una decisione ed è stata questa, non potevo fare un’altra cosa”.
In tutto questo, le decisioni più giuste le ha prese la Race Direction: invertire le due gare è stata la scelta corretta, fermare la Moto2 prima che qualcuno si facesse davvero male, per quanto la decisione sia arrivata tardi, anche. Impedire ai piloti della MotoGP di farsi male poi, è stata un’altra cosa buona. Di tempo e occasioni per raccontare questa lotta al titolo ce ne sono ancora, a partire dal prossimo weekend in Tailandia: a dividere Bagnaia da Martín, adesso, sono 27 punti.