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Johann Zarco, un salto nel vuoto lungo sette anni: "Dopo la vittoria ero calmo, frustrante non essere come Martìn e Bezzecchi"

  • di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

21 ottobre 2023

Johann Zarco, un salto nel vuoto lungo sette anni: "Dopo la vittoria ero calmo, frustrante non essere come Martìn e Bezzecchi"
Johann Zarco a Phillip Island ha conquistato la prima vittoria in MotoGP della carriera. Era dal 2016 che il francese non festeggiava con uno dei suoi salti mortali: "Mi sentivo di farlo, non è venuto benissimo, ma almeno sono atterrato in piedi". A 33 anni - dopo una gara di magistrale intelligenza e dopo aver cantato la Marsigliese con orgoglio sul podio - svela: "Io non ho avuto i momenti magici di Bagnaia, Bezzecchi e Martín, però..."

di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

Sei anni, undici mesi e tredici giorni fa: era il 13 novembre 2016 e Johann Zarco, tagliando il traguardo davanti a tutti in Moto2, si laureava campione del mondo della cilindrata intermedia per il secondo anno consecutivo. Poi sette stagioni in MotoGP, tra Yamaha Tech 3, KTM, Ducati Esponsorama e Pramac. Diciannove podi in tutto, ma "solo" secondi e terzi posti. Oggi, a Phillip Island, è finalmente arrivata la prima vittoria in MotoGP per Johann, che ha compiuto 33 anni lo scorso luglio, e che l'anno prossimo vestirà i colori Honda del Team di Lucio Cecchinello. Un successo di esperienza, perché arrivato dopo ventisette giri di pura gestione: delle gomme e dei momenti della gara. Johann Zarco, da tempo, ripete di non poter fare affidamento sull'esplosività dei suoi compagni di marca (Martín, Bezzecchi o Bagnaia). In certi frangenti - come si evince anche dalle sue parole di oggi ("Non ho avuto il momento magico di altri piloti Ducati") - fare i conti con questa lacuna deve essergli pesato, e non poco. Zarco è sempre stato un pilota affidabile, costante, tra i più sensibili nello sviluppo della moto. In sostanza, l'uomo che qualsiasi team della MotoGP vorrebbe avere. È mancato il guizzo decisivo, a Johann, in questi anni. Un po' per colpa della sfortuna, un po' a causa di qualche occasione sfumata. Tutto il paddock, però, è concorde nel dire che il francese meritasse la vittoria in top class come pochi altri. Averla ottenuta, su una pista in cui è sempre stato estremamente rapido, ha consentito a Johann si rispolverare un suo grande classico: il salto mortale - o backflip se preferite - dai muretti a bordo pista nel giro d'onore. In quell'istante, il 13 novembre 2016 sembrava l'altro ieri.

"Meglio tardi che mai - scherza Johann dopo la gara ai microfoni di Sky - per vincere dovevo fare la Gara lunga al sabato evidentemente (ride), ho pensato questo. È andata quasi perfettamente oggi, ho avuto la velocità sin da subito con la media posteriore, che si è comunque consumata tanto, e dietro a Pecco sono riuscito a controllare la gomma. Alla fine ho potuto sfruttare a pieno il mio stile, durante la stagione avevo dei vantaggi ma non abbastanza per godere di una vittoria. Oggi abbiamo messo tutto assieme. In alcuni punti, quando ero dietro a Pecco, ne avevo qualcosa in più di lui, ma non dappertutto. Ero sicuro che Pecco non avrebbe mollato quella lotta con Brad e Fabio per il podio. Quindi mi sono detto 'anche se riesco a passarlo e arrivo con Brad e Fabio, non potrò scappare via e prendere Jorge perché al momento non ho il suo passo'. Ho capito che era meglio controllare e avere qualcosa in più per il finale. A cinque giri dalla fine ho capito che potevamo anche prendere Jorge. In quel momento ho cominciato a pensare che avrei dovuto passare anche gli altri, per provare a sfruttare la differenza che facevo oggi".

 

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Johann Zarco alza al cielo la coppa - Podio, Phillip Island 2023

Infine a Johann è stato chiesto a chi dedicasse la vittoria, non prima di un excursus sul suo salto mortale: "Ci ho pensato, erano sette anni che non lo facevo. Mi sentivo di poterlo fare ancora e ho detto 'dai, lo devo fare'. Non è stato perfetto come qualche tempo fa, ma almeno sono atterrato in piedi e va bene così. Comunque un salto mortale così dopo una gara di MotoGP non è banale da fare (ride). Se durante la capriola non si rischia di far esplodere l'airbag? Teoricamente per attivare il sistema bisogna avere una velocità minima, io in quel momento ero ferso quindi non poteva esplodere. Non so dire così, sul momento, a chi dedicare la vittoria, perché quando ho tagliato il traguardo non c'è stata un'esplosione nel casco, ma una sensazione di calma, come a dire 'ok, questa è fatta'. Sono contentissimo di esserci riuscito con Pramac, Paolo Campinoti voleva cantare la Marsigliese sul podio con me e alla fine ce l'abbiamo fatta. Stiamo spingendo con il team, ma tutti gli altri sono competitivi, è difficilissimo. Era frustrante non avere quel momento di gas, quel momento magico in cui puoi fare di tutto, come ce l'hanno avuto Bagnaia, Martín o Bezzecchi. Mi chiedevo 'perché non riesco a sfruttare la moto come loro?'. Oggi è stato diverso, e almeno ho conquistato questa vittoria".

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