Importanti rivelazioni da parte di Gigi Dall’Igna. Il capo della Ducati, alla guida del team dal 2014, ha ottenuto ottimi risultati con due campionati costruttori vinti consecutivamente. L’ultimo, soprattutto grazie alle prestazioni di Pecco Bagnaia che nella seconda parte di stagione ha brillato su ogni pista: “Pecco ora è un grande campione, lo dicono i risultati visto che ha vinto quattro delle ultime sei gare – ha detto a Sky - Sono stupito del suo continuo miglioramento, anche quando sembra impossibile Direi che è sicuramente tra i possibili vincitori della Coppa del Mondo 22. Ne vincerà solo una, ma sarà tra quelli che possono vincere”. Titolo costruttori a parte, l’obiettivo principali è infatti quello di tornare a vincere il campionato piloti. E la crescita dei singoli fa ben sperare: “Adesso ci sentiamo ben preparati per fare l'ultimo passo e le aspettative sono alte. Vincere il Mondiale è difficile, ma ci impegneremo tutti a restituire il titolo piloti alla Ducati, perché è stato perso per troppo tempo”.
Il 56enne però ha poi voluto sottolineare come, arrivato in Ducati, non è stato ben accolto: “Mi vedevano più come un nemico che come un capo, significa che riesco a gestire bene le persone, l'azienda, che è fondamentale in MotoGP oggi – ha continuato Dall’Igna - "Sono testardo. A volte mi spinge a superare i limiti, altre volte è un lato di me che rappresenta il limite, perché porta a perdere tempo quando si è ostinati su cose oggettivamente non giuste”. Adesso però vuole entrare nella storia e portare la Ducati anche a vincere nella MotoE: “Credo che sia un'opportunità importante e interessante per lo sviluppo della moto. È una sfida tecnologica complicata, più della MotoGP dal punto di vista del ragionamento che ci vuole perché funzioni bene, penso solo all'aspetto del recupero e della gestione dell'energia”.
Ma non c’è solo l’elettrico nei programmi di Gigi Dall’Igna. Tra i progetti a breve termine c’è anche quello di entrare con le moto anche nelle categorie inferiori: “È la cosa più intelligente che un costruttore possa fare. Partecipare alle categorie inferiori permette ai piloti di crescere e avere fiducia. KTM e Honda sono due esempi e sarebbe qualcosa di molto importante anche per Ducati. E ancor più della Moto2, penso che la chiave sia la Moto3. È lì che i piloti si capiscono bene”.