Dani Pedrosa, anche oggi che è ormai solo un tester della KTM, è uno dei personaggi più noti del mondo della MotoGP. E proprio la casa per cui collabora attualmente gli deve molto. "Ovviamente abbiamo lavorato al massimo in questi tre anni, i risultati ci hanno premiato, in questo inizio di stagione Brad Binder in Qatar e Oliveira in Indonesia hanno disputato gare favolose. In generale, in questo lasso di tempo abbiamo visto un grande miglioramento, se pensiamo a da dove siamo partiti".
Il campionato è davvero equilibrato e lo spagnolo non sa indicare un favorito: "Devo conoscere meglio alcuni di loro, per giudicarli bisogna studiarli nel tempo, vedendo anche come reagiscono in determinate situazioni. Mi piace lo stile di guida di Joan Mir, apprezzo molto Enea Bastianini per quanto forte ha concluso le gare, gestendo bene le gomme, lo stesso Pecco Bagnaia l'anno scorso ha fatto paura. Ci sono dei buoni piloti tra i 'nuovi', ma Marc Márquez è ancora un punto di riferimento".
Inevitabile la domanda sulla sua generazione: "Se avessero corso sulla stessa moto, chi avrebbe vinto, Stoner, Lorenzo, Rossi, Márquez o io? Noi cinque abbiamo avuto qualcosa di speciale. A livello di guida direi a Stoner, a livello di testa Marc, che è stato anche bravo a sviluppare una guida estrema, con il gomito a terra. Sono stato fortunato, anche sfortunato (ride), a conoscerli tutti bene. E posso dire che Stoner mi ha aperto gli occhi con la sua guida".