Potrebbe mollare tutto e fare una vita diversa, Toto Wolff. Potrebbe lasciare la Formula 1, la Mercedes, le corse, il rapporto con la stampa e con il motorsport. Potrebbe godersi il successo, e i soldi guadagnati, in anni di scalata verso un obiettivo, un unico risultato che è sicuro di aver ormai ampiamente ottenuto.
Ma non gli basta. A Toto Wolff, così come ai più grandi, il risultato non basta mai. E pensare a una vita diversa, lontana dal rombo della Formula 1 e dal gusto agrodolce della competizione, appare impossibile. Forse non era così all'inizio per Wolff, come non lo era per il suo Lewis Hamilton e per gli uomini di tutta la squadra, ma l'adrenalina diventa una droga e la voglia di fare di più, di lasciare ancora di più il segno, un bisogno da ascoltare.
"Vendere e andare alle Maldive? Non ci penso proprio – ha detto Toto in un'intervista rilasciata a Motorsport.com - se ci andassi davvero, smettendo di fare ciò che sto facendo, credo che mi spegnerei. Faccio qualcosa che mi piace molto, i risultati al momento non sono buoni ma la Formula 1 sta andando a gonfie vele e come team sul fronte finanziario siamo in una posizione molto positiva. Questo è ciò che voglio fare per tutta la vita".
"Mi spegnerei" ha spiegato. Così, in poche parole, mettendo in chiaro quello che per molti è difficile da capire. Perché accettare le critiche? La competizione continua? Il lavoro senza orari, giorni di riposo, domeniche? Perché farlo quando si ha raggiunto il massimo?
Perché è questo quello che accende, e dopo anni di grandi vittorie continua ad accendere, Toto Wolff. Quello che lo rende, e gli permette di restare, un'eccezione alla regola e a chi pensa che il vero punto di arrivo sia poter mollare tutto e andare altrove. Il vero arrivo è pensare che ci sia un punto più in alto a cui poter tendere. E provare ad arrivarci.