E’ da diverso tempo che gli appassionati di Formula 1 sono convinti, muniti di prove concrete alla mano, che il Circus si stia americanizzando sempre di più. Infatti, i vertici della categoria sono rivolti con grande attenzione agli USA, che a partire dalla serie Drive to Survive, format che negli Stati Uniti ha letteralmente spopolato, è arrivata la decisione di organizzare 3 GP sul suolo americano. Alla gara di Austin, che va in scena dal 2012, si sono aggiunte le tappe di Miami e Las Vegas. Tuttavia, a quanto pare, si tende a dimenticare che la F1 per l’Italia ha sempre avuto un certo occhio di riguardo. Nel 2020 in Italia sono state disputate tre gare, in un momento particolare per il campionato, fortemente condizionato dalla pandemia.
All’abituale gara di Monza, si era aggiunto l’appuntamento del Mugello e di Imola, che rimane ancora oggi nel programma iridato. In tal modo l’Italia, oltre agli USA, è l’unico paese con più di un GP a stagione. Anche se alcune circostanze stanno mettendo seriamente a rischio la doppietta, come i problemi di organizzazione e di gestione dell’evento. A generare l’allarme è stato Stefano Domenicali: “La storia va sempre ricordata e valorizzata, però non deve essere la scusa per non investire da Monza e Imola, i cui contratti scadono tra qualche anno, mi aspetto un cambio di marcia a livello di investimenti. Da italiano vorrei vedere il mio Paese reagire a una richiesta di crescita che viene da tutti“. Parole pronunciate nella speranza che vengano ascoltate da chi di dovere, in modo da rendere migliore per tutti gli appassionati l’esperienza in pista.