Quella in Ferrari è una rivoluzione che parte da lontano. Non è certo da imputare alla disfatta del Bahrain il via di un cambiamento che, a Maranello, sembra invece avere le radici profonde e radicate di qualcosa che per sopravvivere deve trovare la spinta del cambiamento. L'inizio di tutto è stato, senza dubbio, il licenziamento di Mattia Binotto: scegliere di sostituire un team principal "onnipresente" come Binotto, in un momento cardine di sviluppo per il progetto presentato nel 2022, e proseguito nel 2023, è stata per i piani alti Ferrari una scelta coraggiosa e molto discussa.
C'era bisogno di cambiamento, e il cambiamento non si è fermato a Binotto. Parliamo di un team principal la cui storia all'interno della scuderia di Maranello parte da molto lontano e che, in 28 anni di lavoro al Cavallino, ha costruito un fitto intreccio di collaboratori, di persone fidate e di rapporti più che saldi. Una piramide che tolta la base, in questi mesi, è andata velocemente a sgretolarsi: prima il ridimensionamento del capo strategie Inaki Rueda destinato ad altro ruolo all’interno della GeS e la promozione al muretto di Ravin Jain. Poi l'addio di due figure di grande impatto per la squadra: Gino Rosato e Jonathan Giacobazzi, dal 2013 a Maranello, che recentemente ha ricoperto il ruolo di Executive Race Manager.
Infine, ultimo ma non per importanza, l'addio di David Sanchez, responsabile del progetto aerodinamico già richiesto in McLaren dopo il saluto al Cavallino. Ora però - come riportato dal Corriere della Sera in un articolo di Daniele Sparisci e Giorgio Terruzzi - un altro tassello fondamentale nell'organigramma sarebbe pronto a salutare la scuderia: si tratta di Laurent Mekies, racing director della Ferrari e fidatissimo di Mattia Binotto. Perché tutti questi addii? Sembra che al GeS si stia smantellando la piramide organizzativa di Binotto, togliendo uno alla volta tutti i tasselli di una squadra che sta cambiando faccia, senza però - almeno per il momento - mostrare un vero e proprio piano per il futuro. Chi andrà a sostituire queste figure così decisive? E come questi buchi aziendali verranno risolti durante una stagione già iniziata?
A tutte queste domande si aggiunge il dubbio Leclerc: il monegasco, preoccupato e insoddisfatto, per il momento mette in stand by il suo rinnovo post 2024, che a Maranello avrebbero voluto firmare già in questa prima parte della stagione. Charles ha bisogno di rassicurazioni e di conferme prima di decidere che cosa fare nel suo prossimo futuro. Post Bahrain Leclerc avrebbe richiesto, secondo quanto riportato da Luigi Perna in un articolo per la Gazzetta dello Sport, un incontro chiarificatore direttamente con il presidente John Elkann, al fine di mettere sul piatto i dubbi e le tante domande su risultati, futuro e squadra.
Il terzo punto interrogativo riguarda Vasseur: sempre secondo quanto riportato dal Corriere della Sera in un articolo di Daniele Sparisci e Giorgio Terruzzi, ci sarebbero stati i primi screzi tra l'amministratore delegato Benedetto Vigna e il nuovo team principal Fred Vasseur. Tra le indiscrezioni, riportati anche due motivi di incomprensione tra le parti: "Non è piaciuta la decisione del team principal Ferrari di volare verso i test del Bahrein insieme al capo della Mercedes Toto Wolff, amico di vecchia data. Ma non solo. Quando Vasseur ha proposto di portare un nuovo sponsor alla Scuderia è stato fermato, il suo campo d’azione in quest’area è limitato e lui vorrebbe espanderlo".
Troppe fonti diverse parlano di problemi a Maranello per non credere che qualcosa, in quel del Cavallino, si stia muovendo in modo turbolento in questo periodo di grande cambiamento. Da cha parte tirerà il vento di questo cambiamento, è ancora tutto da vedere.