Neanche il tempo di digerire la separazione tra Andrea Dovizioso e Ducati in MotoGP che per i tifosi della rossa sembra arrivato già il tempo di fare i conti con un altro addio emotivamente difficile. Quello tra l’azienda di Borgo Panigale e Chaz Davies: una coppia che sembrava inseparabile in Superbike. Dopo l’ultima tappa del mondiale SBK a Jerez, infatti, le parti si sarebbero incontrate per pianificare il futuro, con Ducati che ha messo sul piatto una offerta ritenuta idonea, anche sulla base dei risultati non entusiasmanti e non in linea con quelli degli anni precedenti fatti da Davies nell’ultima stagione e nelle prime gare di questa. Si parla di una cifra intorno ai 200.000 Euro.
Pochi? Probabilmente no visti i tempi e visto che l’ingaggio di Scott Redding non si distanzia molto da questi numeri. Ma pochi se si considera il passato, con Davies che incassava una somma di circa quattro volte superiore. Il punto, comunque, potrebbero non essere i soldi come sembra non lo siano concretamente stati con Andrea Dovizioso. Che l’uomo Ducati in Superbike adesso sia proprio Redding è noto e evidente e questo potrebbe aver incrinato un rapporto, quello tra Davies e la rossa, che invece sembrava indissolubile. Il resto, poi, lo hanno fatto i risultati che non sono arrivati.
Ma quando un matrimonio va in crisi (ammesso che non si risolva tutto per il meglio) molto spesso c’è di mezzo una terza parte. O, almeno, l’idea di una terza parte. Ed è quello che starebbe succedendo anche in casa Ducati, dove le ultime prestazioni di Rinaldi non sono passate inosservate. Michael Ruben, che a dispetto del nome è italianissimo e romagnolo per la precisione, ha solo 25 anni e sta facendo molto bene in sella alla Ducati del team privato Go Eleven ed ha avuto anche qualche esperienza nel motomondiale nei gran premi di Moto3. Un predestinato che non è mai sbocciato abbastanza, stando a quanto dicono gli addetti ai lavori, ed a cui il team ufficiale Aruba di Ducati potrebbe fornire il terreno ottimale per provarci ancora. Sui social sono tanti i tifosi che si sono già innamorati di lui ma lo sappiamo, i ducatisti, orfani di amori folli con piloti altrettanto matti, spesso peccano di invaghimenti veloci e improvvisi.
L'impressione, di base, è che Ducati voglia concentrare tutte le attenzioni su di sé invece che su chi guida la moto e che, per questo, qualsiasi pilota simbolo venga visto come di troppo. Ma il rapporto tra i ducatisti e un pilota rosso dentro alla Fogarty o alla Falappa è necessario, è nel dna del marchio, e se qualcuno crede che questo sia un tabù da superare la possibilità di sbagliarsi è tanta, tantissima. Soprattutto quando parliamo di Superbike.