“Uno può farsi male anche andando in bagno, salendo le scale o qualunque altro gesto quotidiano. Chi dice che un pilota, solo per il fatto di essere un pilota, dovrebbe vivere il resto delle sue giornate immobile dice una assurdità (la parola non era proprio questa, nda) e dimostra di non sapere che il motocross è il miglior allenamento possibile per la velocità” – A parlare è Antonio Dovizioso. Uno che nel paddock è noto per non usare troppi giri di parole. Lo abbiamo sentito questa mattina, per chiedergli come sta Andrea e le notizie sono più che confortanti. “Tranquilli tutti, detrattori compresi – ha detto babboDovi – Andrea è stato operato, è già a casa e sta bene. Si tratta di una frattura di modesta entità. Certo, niente sarebbe stato meglio, ma è da escludere che quanto accaduto comprometterà la presenza di Andrea all’appuntamento di Jerez con la prima del mondiale”. Nessun commento, invece, sulla situazione contratto, per uno sicuramente tutto sangue e passione romagnola, ma che col tempo ha imparato l’arte della diplomazia. Probabilmente educato da un figlio che i toni non li alza mai e l’esuberanza la tiene a bada. “Adesso quello che conta è che Andrea stia bene, per discorsi di altro tipo c’è tempo”. Ci tiene, invece, a ribadire che trova ingiuste le critiche verso chi, soprattutto in rete e sui social, ha fatto piovere critiche circa la scelta del portacolori Ducati di partecipare ad una gara di motocross. “Scherziamo? – ha chiesto sarcastico – il motocross è il miglior allenamento possibile, sia per il corpo sia per la mente. Davvero pensiamo che un pilota quando è giù dalla moto deve vivere immobile per paura di farsi male?”. Due domande, dunque, per rispondere a tutti quelli che…
Quelli che: a venti giorni dal mondiale Dovizioso non avrebbe dovuto
Ce ne sono parecchi, ma è pur sempre una minoranza. Sostengono, in via di principio, che un pilota non dovrebbe mai mettere a rischio la propria condizione fisica fuori dalla pista e dalle gare. In molti, comunque, ne fanno anche una questione di opportunità e, al di là del principio, sottolineano l’infelice scelta di buttarsi tra salti, curvoni e discese sulla terra a pochi giorni dall’inizio del Mondiale e con un contratto tutto da discutere. Dubbi anche condivisibili che sembrano non tenere conto, però, di ciò che sostiene lo stesso Antonio Dovizioso e cioè che qualunque sportivo rischia di infortunarsi anche in allenamento. Certo è che il motocross è stato deleterio anche per molti altri in passato e bisognerebbe capire, davvero e su basi scientifiche, se e quanto questa disciplina sia allenante rispetto ai rischi che comporta. Anche perché, diciamocelo chiaramente, per Andrea Dovizioso in particolare il motocross è una passione prima ancora che una attività funzionale alle sue performance nella velocità.
Quelli che: ok il cross, ma una gara no
Meno rigidi, ma comunque catalogabili tra i “bacchettoni da tastiera”, quelli che sui social e nei tanti commenti agli articoli che riportavano la notizia dell’infortunio di Andrea hanno affermato di non essere contrari al motocross come allenamento, ma di esserlo senza appello alla partecipazione di una vera e propria gara. Ieri a Faenza, infatti, era in calendario la tappa del campionato regionale ed è chiaro che i piloti al cancelletto avevano qualcosa da giocarsi che avrebbe fatto passare in secondo piano il dovuto rispetto a Dovizioso. Le sportellate non sono mancate, tanto che lo stesso pilota Ducati, partito secondo, s’è ritrovato nono nel giro di poche decine di metri. È stata bagarre vera e a questo si aggiunge che anche i piloti meno talentuosi e meno competitivi possono averci messo un quid in più in considerazione del valore e del blasone di un avversario che fino a due ore prima gli aveva firmato autografi. È come, scrivono sui social, se uno di noi del calcetto del venerdì si ritrovasse nella squadra avversaria un Del Piero: chiunque ci metterebbe più agonismo, rischiando anche di fargli male.
Quelli che: Ducati non doveva dargli il permesso
Sono la maggioranza. Non ce l’hanno col pilota, ma con la casa di Borgo Panigale che probabilmente per un dispettuccio interno al team ha concesso una deroga ad una regola che, di solito, è rigidissima. A quella stessa gara del campionato regionale, infatti, aveva chiesto di poter partecipare anche Danilo Petrucci. Al ternano, però, il permesso è stato negato. Come fanno le mamme, scrivono sui social, che per gratificare un figlio ne puniscono un altro. In effetti, la scelta di Ducati non ha molti precedenti nella storia recente, ma è altrettanto vero che a Borgo Panigale devono essersi detti che se qualcosa doveva accadere, sarebbe accaduto a prescindere dal palcoscenico. Che Andrea Dovizioso trascorre gran parte del suo tempo libero e pure la stragrande maggioranza delle sue ore di allenamento in sella alle moto da cross, d’altra parte, è cosa nota da sempre. E probabilmente il cross ha avuto un ruolo determinante nella crescita del forlivese anche in termini di risultati.
Quelli che: Dovizioso è libero di fare quello che gli va
Sui social sono i più timidi. La pensano, in estrema sintesi, come Antonio Dovizioso, il babbo del Dovi, e pongono principalmente l’accento sul fatto che qualsiasi professionista, qualunque sia la professione, dedica parte del suo tempo libero a quello che più gli piace. Tra quelli che assolvono il Dovi senza se e senza ma prevalgono i sostenitori della passione, rispetto a quelli della validità del cross come disciplina di allenamento. Il forlivese, dicono, ama visceralmente il cross sin da quando era piccolissimo ed è umanamente comprensibile che in queste ferie forzate Andrea Dovizioso abbia voluto provare a cimentarsi in una gara vera, per ritrovare l’adrenalina della competizione ufficiale, ma anche, magari, per vedere se dopo la velocità potrà esserci spazio anche per la carriera che ha sempre sognato davvero: quella del crossista.