Una stagione da sogno per il turismo, lo sport e la cultura. Un 2022 che "alza l'asticella" promettendo un grande futuro ma che è soprattutto un plauso e una soddisfazione per chi ha sempre creduto in questo progetto. Imola, con il ritorno della Formula 1 e la rinascita di un vero e proprio centro culturale, è un esempio per l'Italia che vuole cambiare, puntando sull'eccellenza.
Per farci raccontare questo anno di grandi successi abbiamo intervistato Elena Penazzi, Assessore all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari e ai grandi eventi del Comune di Imola, protagonista della rinascita della città attraverso gli appuntamenti imperdibili con il mondo dello sport e della musica, ma anche del coinvolgimento dei più giovani nella vita dell'Autodromo, un impegno di cui si è fatta portavoce e continua a portare avanti con entusiasmo: "Coinvolgere i ragazzi, portarli in pista fin da piccoli, è la cosa più bella che possiamo fare e la più importante per il futuro di Imola". Una rinascita partita dall'eccezionalità del calendario 2020 della Formula 1, che a causa del Covid ha visto l'inserimento a sorpresa della seconda tappa italiana, ma che grazie a un lavoro senza precedenti ha portato Imola a tornare ufficialmente nel calendario del circus. Un processo a cui ha preso parte in modo importante anche il governatore della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, oggi neo candidato per il ruolo di segretario del PD: "Per me è la persona perfetta per questo ruolo - ha detto l'Assessore Elena Penazzi - può risollevare il partito come ha fatto con la regione: partendo dal basso".
La stagione 2022 per Imola è stata un grande successo da ogni punto di vista. Parliamo di qualcosa di irripetibile?
Sicuramente è stata una stagione bellissima, straordinaria e per molti aspetti anche un po' rischiosa. Nel senso che adesso, ovviamente, tutti si aspettano una replica di quello che è stato il 2022 ma alcuni aspetti sono irripetibili. Certamente però non ci fermiamo e stiamo lavorando ad un 2023 che sarà, a modo suo, altrettanto eccezionale.
Un successo che parte proprio dal Gran Premio di Formula 1 che, sia a livello organizzativo sia di risposta del pubblico, è stato acclamato da tutti i presenti. Quanto è complesso far girare un ingranaggio del genere?
Molto. Imola era abituata alla "vecchia" Formula 1, quella prima del 2006, e le cose dal punto di vista organizzativo sono cambiate parecchio. La "macchina" di oggi è molto più complessa e il cambiamento ha pagato perché l'interesse globale per questo sport negli ultimi anni è innegabile. Quindi non si tratta più solo di mettere in pista le macchine, ma di gestire un evento internazionale che richiede standard molto alti. In più Imola ha una particolarità da non sottovalutare...
Quale?
Si tratta di un circuito cittadino permanente, al contrario degli altri cittadini della Formula 1 come Monaco. Una condizione bellissima, molto affascinante, ma che crea dinamiche organizzative complesse perché ricevere così tanti tifosi in un weekend è molto più complicato rispetto ad averli in aree extraurbane più grandi. E' bellissimo riavere la Formula 1, siamo molto contenti, ma ci rendiamo conto che coniugare la realtà di una cittadina di provincia con le esigenze della Formula 1 di oggi è una sfida continua.
La particolarità di questo circuito ha sempre portato anche tante critiche, tra gli abitanti di Imola, disturbati dal rumore dei motori. In questi ultimi anni è cambiata la situazione o è rimasta la stessa?
Le polemiche ci sono da sempre e continuano ad esserci ma credo che si tratti del gioco delle parti. Noi, come amministrazione comunale, cerchiamo di arginarle facendo azioni concrete per continuare ad avere grandi eventi all'interno dell'Autodromo ovviamente nel rispetto delle regole. Proprio per questo l'amministrazione attuale si è impegnata nel rispettare i limiti di giornate rumorose nel corso della stagione, una regola che già c'era ma che non veniva rispettata. Noi abbiamo dimostrato con i fatti che si possono avere entrambe le cose: rispettare le regole e organizzare grandi eventi.
Un altro aspettato su cui avete puntato e per il quale Lei in particolarmente è quello del riportare i giovani in Autodromo. Ha pagato?
Sì, mi sono spesa per questo obiettivo e continuerò a farlo perché riportare i ragazzi in Autodromo è una priorità. Io sono cresciuta lì, ci ho fatto le mie prime grandi esperienze lavorative, ho scoperto un valore del nostro territorio importantissimo e sono convinta che sia una risorsa e una fonte di ispirazione soprattutto per il futuro dei giovani, in tanti ambiti diversi. Dopo che nel 2006 Imola ha perso la Formula 1 si è anche persa la conoscenza della storia e dell'importanza dell'Autodromo. Allo stesso tempo il ritorno della Formula 1, e di uno sport che oggi punta proprio sui ragazzi, ha riportato in campo questo valore. Quest'anno ad esempio abbiamo portato dei ragazzini delle scuole medie a fare il tour guidato alle Finali Mondiali Ferrari e a fine anno abbiamo fatto cantare l'Inno italiano nella gara del GT a un coro di bimbi che veniva lì per la prima volta. Tutte esperienze fondamentali per costruire una generazione consapevole del valore dell'Autodromo.
Il ritorno della Formula 1, arrivata quasi per caso nel 2020 a causa del Covid, si è quindi trasformata in un'occasione prima impensabile per voi...
È stato un ritorno incredibile, soprattutto per chi aveva vissuto la Formula 1 a Imola prima del 2006 e che quindi non avrebbe mai immaginato un ritorno. Sembrava che il 2020 dovesse essere un caso unico e c'erano tantissimi, anche giornalisti e addetti ai lavori, che ci dicevano "godetevela perché tanto non tornerà più". Poi però l'impegno enorme dell'amministrazione locale e della regione, con il presidente Bonaccini, ha fatto il miracolo e ha riportato Imola nel calendario ufficiale della Formula 1 a tempo pieno. Devo dire che anche il Governo ha fatto un grande lavoro, i ministeri che si sono messi in gioco, la Motor Valley che ci ha creduto... sembrava impossibile ma alla fine ce l'abbiamo fatta!
Il presidente Bonaccini in questo periodo è al centro dell'opinione pubblica come neo candidato alla segreteria del PD. Lei come lo vede per questa candidatura?
Per me è la persona ideale per questo ruolo. Bonaccini può davvero riportare qualcosa che negli ultimi anni si era un po' perso per strada facendo quello che ha fatto per i territori e per la regione Emilia Romagna: partire dal basso e dal dialogo con tutti. Cercare di essere sempre presente e attento alle esigenze partendo dal territorio e quindi non dall'alto, dalle poltrone. Quello di segretario del PD è un ruolo che richiede grande coraggio in questo momento e sono felice che si sia messo a disposizione del Paese in questo modo, poi si vedrà in base a quello che succederà.
Ce l'ha fatta con la Formula 1 a Imola, può farcela anche con il PD...
Ah sì, poi lui è un grandissimo appassionato di motorsport. Si è vista la sua passione per questo mondo nel modo in cui ha lavorato per riportare la Formula 1 a Imola. Anche perché non è uno sfizio, questo ci tengo a sottolinearlo: a volte si sentono detrattori dire che "sono macchine che girano" e basta, ma queste "macchine che girano" nel 2022 hanno portato oltre 270milioni di euro nel territorio. Sicuramente non una cosa da poco.