Luca Corberi non cerca scuse. La colpa di quanto successo a Lonato durante il Mondiale Kart è sua e lui lo sa bene. Un gesto inimmaginabile, criticato in tutto il mondo del motorsport, che lo ha portato a una decisione altrettanto forte: lasciare per sempre la sua carriera come pilota. Lui che sui kart ci è cresciuto, che sono sempre stati la sua passione e che - dopo un anno difficile come il 2020 - non ha retto la pressione di giorni "di tensione e di leggi non applicate".
Ma sa che niente potrà essere una scusante abbastanza grande per giustificare il suo gesto e, quindi, quello che gli resta da fare è provare a scusarsi. E lo fa in esclusiva per noi di Mow, con questa lettera.
La decisione di ritirarmi dopo quanto successo è avvenuta con completa lucidità, io sono consapevole dei miei atti e di quanto fatto a mente calda, durante la gara.
Nel mondo molte persone fanno errori derivati da decisioni stupide prese in pochi minuti o in pochi secondi, ma questo non giustifica nessuno. Se un ragazzo decide di mettersi alla guida pur essendo ubriaco che faccia 100 metri o 100 chilometri dal mio punto di vista non cambia molto.
Allo stesso modo il mio gesto fatto ad una gara internazionale o in una gara locale doveva essere punito. La decisione non è arrivata perché sono stato spinto dai commenti o dalle minacce, ma semplicemente perché è la cosa giusta da fare e se fossi stato uno spettatore avrei chiesto ai giudici la mia squalifica. Io non ho mai alzato le mani verso alcuna persona e posso confermare che non c’è nulla di cui andare fiero.
Il gesto estremo non è dovuto ad una “toccatina” ma da giorni di tensione e di leggi non applicate, da un'annata veramente difficile, dalla preoccupazione che vedo nei miei genitori dopo un anno del genere, dopo un evento che ha fatto perdere migliaia di euro date le molteplici richieste che un evento di questo livello chiede e da una lista infinita di motivi che diventano nulli nel momento in cui si passa dalla parte del torto come nel mio caso.