A Interlagos la Formula 1 non è ancora scesa in pista, ma l’azione è già iniziata. C’è Charles Leclerc che sogna nonostante cerchi in tutti i modi di rimanere con i piedi per terra, c’è Lewis Hamilton che realizza il sogno di Senna, c’è Kimi Antonelli che Ayrton lo omaggia e fa commuovere tutti e, infine, c’è anche Helmut Marko che stuzzica la McLaren parlando di vittoria. Il solito fuoco da Media Day: “Adoro questo circuito, non è così negativo per me in termini di prestazioni”, ha spiegato Charles in conferenza stampa prima di accendere le speranze di una Ferrari che, tra Austin e Messico, ha massimizzato ogni giro in pista, arrivando fiduciosa in Brasile nonostante un trend negativo in termini di risultati. “Per un motivo o per un altro qui la domenica non è mai andata come volevamo, ma non penso al passato. Sono sicuro che se faremo tutto alla perfezione potremmo ottenere il podio per la prima volta a Interlagos. E vedendo quanto può essere folle un weekend qui, perché non pensare anche a qualcosa di meglio?”.
Eppure, un attimo dopo il monegasco è tornato a parlare lasciando da parte il cuore: “Veniamo qui con speranze moderate, con lo stesso approccio che abbiamo avuto nelle ultime gare. Per noi è importante non lasciarci trasportare dagli aspetti positivi che abbiamo riscontrato in Messico e ad Austin. Sappiamo che sono dovuti a delle esecuzioni perfette da venerdì a domenica: è estremamente difficile ripetersi e lo è ancora di più quando le condizioni sono così difficili da prevedere come in Brasile”.
Al di là dei risultati, però, l’obiettivo è quello di non sbagliare, proprio come fatto in America e in Messico: “Concentriamoci sul nostro lavoro, come abbiamo fatto ultimamente. Nelle ultime due settimane ha pagato, sono molto fiero di quello che abbiamo fatto negli ultimi due weekend. Non ci sono garanzie, sappiamo di non avere il passo di McLaren e Red Bull, mentre la Mercedes è molto forte in alcuni weekend”. E infatti, a Interlagos lasciarsi alle spalle le Frecce d’Argento sarà fondamentale per il Mondiale Costruttori, specie considerato che, il prossimo round a Las Vegas, le vedrà partire come le favorite: “Penso che sarà una battaglia molto ravvicinata. Mi aspetto che la Mercedes sia molto forte in Nevada: lo erano l’anno scorso e sono certo che lo saranno quest’anno. Nelle altre piste penso che saremo vicini. C’è anche la Red Bull, con Max che sta andando fortissimo dopo gli aggiornamenti, quindi sarà un’ultima parte della stagione molto dura. Tuttavia, abbiamo il vento in poppa in questo momento e speriamo di poter continuare così”.
Meno parole per Lewis Hamilton, ma sempre con il Brasile e il mito di Senna al centro di ogni discorso: “La mia prima volta qui nel 2007 è stata una grande emozione, mi sono sentito più vicino ad Ayrton”, ha spiegato Sir Lewis a GQ Brasile. “Da bambino lo vedevo sempre in tv e arrivare nel suo paese è stato qualcosa di speciale”. C’è però un sogno che Senna non è riuscito a realizzare: guidare una Ferrari nel suo amato Brasile. Eppure, questo fine settimana una bandiera verde-oro svetterà su una delle due Ferrari, parola di Hamilton: “Ricordo di essere cresciuto guardando Ayrton e chiedendomi come sarebbe stato vederlo su una Ferrari. E ora, per la prima volta, vedrete un casco con la bandiera brasiliana che gira a San Paolo su una Ferrari”. Nessuna stoccata a Massa o Barrichello come qualcuno ha sottolineato, perché entrambi sul proprio casco avevano soltanto i colori del Brasile e non la bandiera in sé. Sarà speciale, mentre per l’obiettivo in pista è chiaro: “Spero che tutti i momenti difficili vissuti quest’anno ci faranno arrivare preparati per questo fine settimana”.
Hamilton, però, non è l’unico ad aver omaggiato Senna nel suo Brasile. A far commuovere tutti ci ha pensato anche Kimi Antonelli che, come Sir Lewis, ha sempre raccontato di Ayrton come il suo idolo. È bastata una visita lì dove il fenomeno di San Paolo è sepolto, fermandosi a leggere di Senna in silenzio, da solo, lontano dal caos della Formula 1. Un’immagine potente, alla vigilia dell’ennesima prima volta in carriera.
Sulla lotta per il titolo Mondiale, invece, chi si è preso tutta l’attenzione è stato Helmut Marko, schietto e pungente come sempre: “Anche se a Singapore e in Messico non è andata al cento per cento per noi, abbiamo guadagnato punti sul leader del mondiale. E sono ormai cinque weekend di fila. Qui, lo scorso anno, abbiamo fatto un passo importante verso il titolo”, ha spiegato a Krone. E, sulla McLaren, ha aggiunto: “Da quanto ho capito intende lasciare liberi di correre i propri piloti sino alla fine. Forse Piastri ci renderà più difficile la rimonta”.
Una provocazione vera e propria, però, non poteva mancare, a 15 anni dal primo titolo piloti di Red Bull con Sebastian Vettel - che peraltro si è visto nel paddock a Interlagos - (7 novembre 2010): “Ad Abu Dhabi Sebastian si presentò terzo nel mondiale dietro ad Alonso e Webber e poi ha vinto. Spero che quest’anno possa ripetersi lo stesso scenario. D’altronde, non abbiamo vinto il titolo all’ultima gara solo nel 2010, ma anche nel 2012 e nel 2021 con Max addirittura solo all’ultimo giro. Abbiamo una certa esperienza in questo”.