Due gare ancora da correre, il Mondiale conquistato con largo anticipo e Marc Marquez fuori per infortunio. Eppure, l’attenzione è tutta puntata su Ducati in vista del finale di stagione: a Portimao, così come a Valencia, a dividere il box con Pecco Bagnaia ci sarà Nicolò Bulega, fresco vicecampione del Mondo in Superbike. Un regalo, così come lo ha definito Michele Pirro quando gli abbiamo chiesto di parlarci dell’esordio di Nicolò sulla GP25 ai test di Jerez, ma al tempo stesso un’opportunità per Ducati. Ce lo racconta con orgoglio a Milano, in occasione del lancio della collezione Piquadro x Ducati, lui che la GP25, così come tutte le altre moto progettate a Borgo Panigale dal 2013, l’ha sviluppata a suon di test. Poi c’è spazio per una riflessione su Marc Marquez, sul 2025 di Pecco Bagnaia e sulla sorpresa Fermin Aldeguer: tutti giovani con grandi responsabilità, gli stessi che Ducati intende far crescere in casa con la creazione di una propria Academy.
Michele Pirro, collaudatore Ducati dal 2013. A Jerez hai seguito il primo test di Nicolò Bulega sulla GP25, come lo hai visto?
“Nicolò non ha bisogno di presentazioni, è uno dei talenti italiani più forti che ci siano oggi. Il problema è che non c’è il tempo, arriva a fine stagione che gli altri hanno fatto 20 gare e lui solo tre ore su una MotoGP. Ha il talento, può competere ad alti livelli e non c’è dubbio. La sua è un’opportunità, un regalo da vivere senza pressione anche se capisco che non sia facile. Ha avuto solo tre ore per capire com’è la MotoGP, si è trovato bene e farà il suo meglio tra Portimao e Valencia. Sono contento che abbia potuto apprezzare la bontà della Ducati, della nostra Desmosedici. Gli auguro di divertirsi e di non pensare a niente”.
C’è un punto di forza della moto che, subito, ha notato anche Nicolò?
“Lui mi ha detto ‘mi aspettavo delle cose particolari, invece la moto è molto bella, facile’. Questo mi rende orgoglioso, tutti quelli che sono saliti sulla nostra moto negli ultimi anni hanno espresso un parere positivo. Penso sia una grande cosa. Andare forte e fare l’ultimo passo non è facile, ma avere subito un buon feeling è molto importante”.
Dopo le due ultime gare, cosa aspettarsi da questa Ducati a Portimao e Valencia?
“Dal punto di vista del risultato non sono state due gare complicate, in Australia una Ducati è salita sul podio a un secondo e mezzo dalla vittoria partendo indietro, a Sepang abbiamo vinto la Sprint, la gara lunga e solo una foratura ha compromesso la gara di Pecco. Però, mi sono reso conto che gli altri si sono avvicinati perché, comunque, non abbiamo le stesse concessioni. E poi, è l’obiettivo di tutti che le altre case si avvicinino. A noi ci è stato tolto qualcosa, a loro dato e il livello è cresciuto, mentre il nostro è rimasto uguale o poco meglio”.
Parliamo di piloti. Di Marquez cosa ti ha stupito di più in questo 2025?
“Marc lo conosco da tantissimi anni, ma non avevo mai avuto l’opportunità di lavorarci assieme. Mi ha stupito il modo con cui approccia le corse, i weekend. Dimostra di essere un ragazzo che si diverte ad andare in moto ed è una chiave molto importante. In lui ho sempre visto il volersi divertire, avere delle sensazioni belle quando si scende in pista”.
E di Bagnaia, invece, nonostante una stagione complicata?
“Mi ha stupito la capacità di stravincere in delle situazioni e di entrare in un mood negativo nel giro di qualche giorno. Gli sportivi hanno anche dei periodi in cui la vedi più complicata, siamo umani e non tutte le stagioni sono uguali, durante l’anno si cambia, si cresce. Lo capisco, sono ragazzi giovani con tanta pressione. Pecco ha vinto due Mondiali, uno l'ha perso all’ultima gara l’anno scorso. Non è sempre facile come lo è da fuori, si accusa ma alla fine ci sono tanti aspetti. E comunque, tutti i piloti meritano rispetto: hai una responsabilità, la pressione, rappresenti l’azienda”.
Hai citato i giovani. Ducati ha anche Aldeguer che è stata una rivelazione…
“Ducati ha creduto in lui da più di un anno, adesso sta dimostrando che è stato un investimento giusto. Sono contento, oggi abbiamo lanciato un progetto che guarda ancor di più al futuro creando un’Academy Ducati che parte dai ragazzi di 16 anni con la nuova V2. L’obiettivo è avere il nuovo Fermin da un nostro vivaio e il progetto partirà dal prossimo anno. Il sogno è che fra qualche anno i futuri campioni della Ducati arrivino da questa Academy a cui cerchiamo di dare il massimo supporto e contributo”.
Guardando al futuro, cosa aspettarsi dalla nuova era della MotoGP nel 2027?
“Per me è uno stimolo, un orgoglio, a quasi 40 anni ho visto la generazione dei due tempi e tutte le varie MotoGP, quindi poter contribuire alla realizzazione delle moto della nuova era mi stimola e sono consapevole che sarà una sfida importante. Il sogno è avere una moto competitiva e vincente nel 2027, questo ci spinge a lavorare per il futuro”.
Passando al paddock della Superbike, l’anno prossimo debutterà la nuova V4. Quali sono le aspettative?
“Vedo innanzitutto un Bulega molto competitivo e forte, con un upgrade importante della moto e questo mi dà buone sensazioni. Bisogna, però, sempre stare calmi e non abbassare mai la guardia perché la concorrenza è agguerrita. Dobbiamo andare per gradi ma sono convinto che abbiamo una gran moto e un gran pilota, diremo la nostra anche lì”.