Ecco, senza Marc Marquez non si fa niente perché è a lui e solo a lui che Ducati vuole affidare lo sviluppo della nuova moto! Sono bastate poche parole di Gigi Dall’Igna per far arrivare i soliti infervorati dei complotti ovunque a conclusioni che suonano più o meno così. La realtà, però, è – come spesso accade – decisamente diversa. Perché nell’intervista al canale ufficiale della MotoGP, Gigi Dall’Igna ha sì detto che Ducati rivedrà i suoi piani, ma specificando che il lavoro andrà comunque avanti. “Di sicuro – ha detto l’ingegnere della Ducati – Marc è stato molto sfortunato, perché l’infortunio non è avvenuto per un suo errore, ma sono cose che nelle corse possono succedere. Lui lo sa e sa che deve accettare quello che è successo, così come sa anche che dovrà ragionevolmente seguire un percorso verso la guarigione e la migliore condizione fisica prima di tornare in sella. Prima dell'incidente, il piano di Ducati era quello di provare a sviluppare qualcosa durante le ultime gare del 2025. Ora non sarà possibile: questo adesso è il problema e la conseguenza principale dell'incidente”.
Parole, quelle di Dall’Igna, del tutto chiare, anche se l’interpretazione data da molti è quella di una Ducati ferma e congelata a aspettare Marc Marquez per non prendere decisioni sulla moto del 2026. Ma non è, appunto, la verità. Dall’Igna ha semplicemente spiegato che un certo tipo di lavoro programmato insieme a Marquez non potrà essere portato avanti, non certo per sfiducia verso Pecco Bagnaia. L’italiano, infatti, fa già i conti con altre problematiche e è chiaro che nel suo lato del box l’obiettivo per questo finale di stagione può essere uno solo: capire perché quest’anno non ha mai trovato feeling con la moto.
Solo così Bagnaia e Ducati potranno cominciare poi a lavorare sul 2026, contando anche, comunque, che Pecco sta ancora giocando per il terzo posto in classifica generale e che, quindi, non è il momento di mettersi a fare troppi esperimenti. Nessuna malizia e nessuna volontà di escludere uno per favorire l’altro. Solo una presa d’atto che adesso Marquez non c’è e bisogna farci i conti. Anche perché le condizioni di Marc Marquez, comunque, sono quelle di un pilota sempre un po’ in bilico tra l’enorme talento che ha e il fisico ormai fragile con cui fa i conti.
Lo stesso medico della MotoGP, Angel Charte, ha spiegato che l’infortunio rimediato dal 93 a Mandalika non è da sottovalutare. “È un infortunio grave – ha detto - perché il braccio è davvero compromesso dopo quattro operazioni. Penso che dovrà tornare solo quando sarà al cento per cento. Avrebbe messo a repentaglio la sua carriera tornando prima. Da un punto di vista psicologico lui sta benissimo perché è consapevole di aver fatto la scelta che andava fatta non vale la pena di correre un grosso rischio per niente”. Un “niente” inteso come “niente da giocarsi ancora”, anche se è chiaro che non esserci in queste due gare e, soprattutto, nel test di Valencia, significherà inevitabilmente per Ducati e per lo stesso Marc rivedere i propri piani. E è esattamente ciò che ha detto Dall’Igna al netto delle interpretazioni fantasiose o maliziose.