image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • Sport
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Calcio
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • Sport
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Topic
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Sport

Fenomenologia del campione antipatico

  • di Diletta Colombo Diletta Colombo

11 ottobre 2020

Fenomenologia del campione antipatico
Lewis Hamilton vince una, dieci, novantuno volte. E chi non lo tifa non lo tollera. Ma il campione è per definizione stessa antipatico, perché il successo logora chi il successo non ce l’ha. Ne è stato un esempio lampante anche Michael Schumacher

di Diletta Colombo Diletta Colombo

Agli occhi di chi non lo tifa, Lewis Hamilton è insopportabile. Gastone Paperone in un mondo di Paperini, coglie vittorie ad ogni piè sospinto, come il suo alter ego papero raccoglie portafogli in quel di Paperopoli. Vince tutto, pure quando le cose sembrano giragli male, e arriva sul podio serafico a ringraziare i fan, che puntualmente sono sempre i migliori dell’universo conosciuto. Peggio ancora, durante la gara, pur sfrecciando come un missile sulla W11, si lamenta costantemente, come i petulanti secchionazzi che si dicono impreparati prima di un esame e poi prendono 30. Si lagna delle gomme, della strategia, di qualsiasi fattore che potrebbe rendergli la vita difficile. Da un lato come tattica nei confronti degli avversari. Dall’altro, probabilmente, perché pure lui, come tanti, nella testa ha una vocina catastrofica, che si prefigura scenari apocalittici. 

Se non vince, Lewis mette il broncio, come un bimbo cui è stato rubato un giocattolo. Insolente, fastidioso, ha l’aura mistica di chi non solo vuole vincere in pista, ma pure cambiare il mondo. Ma siamo sicuri che quello di Hamilton sia un caso isolato? I campioni sono tutti antipatici, se non li si tifa. Farebbero qualsiasi cosa per imporsi sugli altri, sempre. Sono capricciosi, spinti da una furia infantile, e per questo fanno saltare i nervi. C’è una scena nella nuova docuseries su Alonso, Fernando, in cui lo spagnolo, nei box della McLaren in Bahrain, assiste alla gara con lo sguardo del bambino messo in castigo, pronto a pestare i piedi perché ingiustamente confinato a fare da spettatore. 

20201011 191035116 3476

Vedi anche

Quella volta in cui Ricciardo girò al Nurburgring con la sua Fiat Punto (e uscì di pista)

“Io sono molto meglio di quelli là”, avrà pensato Alonso. Che, a dispetto dei suoi 39 anni, vorrebbe vincere altre dieci, cento, mille volte. Così come Hamilton, che sta battendo tutti i record in F1, ma non è mai sazio. I campioni non sono per nulla piacevoli, hanno inevitabilmente atteggiamenti irritanti. Lo stesso Alonso ha più volte sfogato la sua ira funesta sul proprio team via radio: “siete dei geni/scemi” – se ne discusse per settimane – alla Ferrari, “GP2 engine” alla McLaren qualche anno dopo. I veri campioni sono belve pronte ad ingoiarsi la concorrenza, e, quando non sono messi nelle condizioni di farlo, impazziscono, come un leone in gabbia. 

E pure i grandi del passato non erano educande, anzi. Vogliamo parlare di Michael Schumacher? Asettico, teutonico fuori dall’abitacolo ai tempi della Ferrari, ma tritacarne in pista, con l’occasionale scorrettezza pure prima che arrivasse alla Rossa. Ne sanno qualcosa Damon Hill e Jacques Villeneuve, un altro che, ancora oggi, è tutto meno che un agnellino. Schumi indomito, Schumi arrabbiato, come quando, a Spa nel 1998, fu contenuto a stento dal povero Stefano Domenicali, perché – comprensibilmente, oseremmo dire – voleva darle di santa ragione a David Coulthard. Ma anche Ayrton Senna, oggi rilucente dell’aura ultraterrena di chi se n’è andato troppo presto, era tanto generoso nella vita privata quanto implacabile, insaziabile, a volte fin troppo spietato in gara.  

Schumacher, per chi non tifava la Ferrari ai tempi d’oro dei successi inarrestabili degli anni Duemila, era intollerabile tanto quanto lo è oggi Hamilton agli occhi dei fan della Rossa. Perché se, domenica dopo domenica, suona sempre lo stesso, inesorabile inno e il solito sospetto si presenta sul gradino più alto del podio con aria tronfia, il travaso di bile è inevitabile. E, come nel caso del compagnuccio di corso perfettino, qualsiasi cosa faccia il campionissimo diventa insostenibile. Ringrazia i fan? Che paraculo. Si batte per cause sacrosante? Ok, ma non dovrebbe farlo nei weekend di gara, ché non ci interessa. Osa eguagliare il record dei record? Ma non c’è nemmeno paragone.  

20201011 191113772 2332

Vedi anche

Caro Lewis, oggi hai chiuso il cerchio

Niente di ingiustificato, beninteso. Il tifo è di per sé irrazionale, quindi è normale per un fan avere reazioni di pancia. Avvertire, di fronte a scene indigeste, fastidi mal sopiti, quasi pruriginosi, che finiscono per logorare nel profondo, come una goccia che scava la roccia. Anzi, diremo di più: gli unici che stanno simpatici a tutti, a prescindere dalle fazioni, sono i comprimari. Daniel Ricciardo, Lando Norris, per fare due esempi. Delle sagome, che mettono d’accordo il pubblico. Ma solo perché non vincono. L’occasionale exploit non conta: un outsider che batte l’odiata concorrenza, oltre ad essere una bella storia da raccontare, è pure un balsamo per le ferite di chi vede vincere sempre lo stesso, insopportabile soggetto tutte le cavolo di domeniche. 

Ma pure uno come Ricciardo, se vincesse sempre, risulterebbe alla lunga indigesto per chi tifa un’altra squadra. “Cos’avrà sempre da ridere questo”, si chiederebbe chi fino a qualche tempo prima lo lodava per i sorrisi a 32 denti, evidenti pure con la mascherina. “Ma basta, un po’ di serietà. Ancora con lo shoey?”. Ci vuole un attimo per passare da outsider a vera minaccia, dall’essere lodato da tutti all’essere inviso. Dopotutto, però, i comprimari farebbero di tutto per essere disprezzati. Perché vorrebbe dire che si sono presi il palcoscenico, dopo anni di gavetta. E a quel punto, non importa essere criticati. I campioni vivono anche di questo, si nutrono della bile di chi li vorrebbe veder fallire. E loro invece vincono una, dieci, cento volte ancora. Alla faccia di chi non li tollera.  

Tag

  • Formula 1
  • Lewis Hamilton
  • Michael Schumacher

Top Stories

  • MA COME CAZ*O SIAMO FINITI AD AVERE BALDINI allenatore della Nazionale dopo Gattuso? Ringraziamo Buffon per l’Italia vietata ai minori, perché sarà tutto bellissimo (anche il calcio? Ma chissenefrega…)

    di Matteo Cassol

    MA COME CAZ*O SIAMO FINITI AD AVERE BALDINI allenatore della Nazionale dopo Gattuso? Ringraziamo Buffon per l’Italia vietata ai minori, perché sarà tutto bellissimo (anche il calcio? Ma chissenefrega…)
  • Ma davvero con Martìn che resta in Aprilia e Acosta che ha messo in stand by VR46 e Ducati è già finito il mercato piloti della MotoGP? No, Honda ne ha pensata un’altra…

    di Emanuele Pieroni

    Ma davvero con Martìn che resta in Aprilia e Acosta che ha messo in stand by VR46 e Ducati è già finito il mercato piloti della MotoGP? No, Honda ne ha pensata un’altra…
  • VIVA IL RE! Usyk campione del mondo dei pesi massimi. Ora Oleksandr è il più grande pugile della storia? Risponde Giovanni De Carolis: “Meglio di Mike Tyson, The Gipsy King e George Foreman, ma...”

    di Domenico Agrizzi

    VIVA IL RE! Usyk campione del mondo dei pesi massimi. Ora Oleksandr è il più grande pugile della storia? Risponde Giovanni De Carolis: “Meglio di Mike Tyson, The Gipsy King e George Foreman, ma...”
  • È ancora Marc Marquez vs Valentino Rossi: “La pace? Quando non dipende solo da te…”. Preparatevi alle cannonate del 93 anche su Pedrosa, Stoner e Lorenzo

    di Emanuele Pieroni

    È ancora Marc Marquez vs Valentino Rossi: “La pace? Quando non dipende solo da te…”. Preparatevi alle cannonate del 93 anche su Pedrosa, Stoner e Lorenzo
  • Marc Marquez è il re, ma LA DUCATI NON È PIÙ LA REGINA? Ascoltate Pol Espargarò per capire cosa è successo alla Desmosedici a Brno

    di Emanuele Pieroni

    Marc Marquez è il re, ma LA DUCATI NON È PIÙ LA REGINA? Ascoltate Pol Espargarò per capire cosa è successo alla Desmosedici a Brno
  • Guido Meda a MOW: “Marc Marquez? Non gli si può fare una colpa se vince tutto”. E poi sui piloti, il lavoro, Valentino come un film e un consiglio a Bagnaia [VIDEO]

    di Cosimo Curatola

    Guido Meda a MOW: “Marc Marquez? Non gli si può fare una colpa se vince tutto”. E poi sui piloti, il lavoro, Valentino come un film e un consiglio a Bagnaia [VIDEO]

di Diletta Colombo Diletta Colombo

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Caro Lewis, oggi hai chiuso il cerchio

di Giulia Toninelli

Caro Lewis, oggi hai chiuso il cerchio
Next Next

Caro Lewis, oggi hai chiuso il cerchio

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy