C’è chi guarda le previsioni, chi si affida ai dolori articolari e chi, invece, consulta una qualche app sul meteo per capire se davvero, come si dice, il Gran Premio di Francia, in programma il prossimo fine settimana a Le Mans, sarà la prima gara bagnata della stagione per i piloti della MotoGP. Il rischio, almeno a sentire gli esperti, è più che concreto, ed è chiaro che la pioggia potrebbe stravolgere tutti i valori in campo. Ne è convinto anche Mattia Pasini, uno che sotto la pioggia battente (ma al Mugello) ci ha conquistato la più bella vittoria della sua carriera contro l’amico e rivale Marco Simoncelli, e che notoriamente è considerato uno che sul bagnato ci sapeva e ci sa fare. Lo abbiamo chiamato per fargli una domanda; una sola, asciutta, ma sul bagnato: che succede a Le Mans se piove?
“Mica facile rispondere così – ci ha detto Pasini con la sua inconfondibile cadenza romagnola – La pioggia sconvolge sempre tutto quando si parla di gare in moto ed è chiaro che ogni pronostico potrebbe finire ribaltato”. In MotoGP, come anche in Moto2 e in Moto3, con Mattia Pasini che, però, preferisce non fare previsioni, almeno sui nomi. “I piloti – ha aggiunto – sono scaramantici, quindi i nomi li evitiamo. Comunque i valori in campo potrebbero effettivamente essere stravolti dalla pioggia in tutte le categorie. Anche perché, se non ricordo male, quest’anno non è stato fatto mai neanche un turno, o forse uno, su piste veramente bagnate. Entrano in ballo una serie di discorsi che contano tanto e che nel motociclismo moderno contano sempre di più: dagli pneumatici ai controlli elettronici, dai settaggi al lavoro nei box”.
Oltre, ovviamente, ai piloti: “Ci sono piloti che sul bagnato faticano sempre molto, ma maghi della pioggia veri e propri, come potevano essercene fino a qualche anno fa, non ce ne sono più. Cal Crutchlow, essendo inglese, è uno che ha sempre fatto bene sul bagnato, ma sono luoghi comuni e i fattori sono molti anche per lui, visto che fa i conti con un’annata difficile, anche se a Barcellona ha fatto tutt’altro che male. Un altro che potrebbe far bene è Jack Miller, ma è più un pilota da grandi prestazioni quando la pista è tra l’asciutto e il bagnato, piuttosto che sotto una pioggia battente. In linea di massima, comunque, l’esperienza conta e conta anche tanto”. Non saranno, quindi, i piloti a fare la differenza, ma due altri fattori determinanti, almeno secondo Mattia Pasini, che prosegue: “Sarà importante capire se la pioggia, ammesso che arrivi, sarà costante per tutto il fine settimana, con i piloti che potranno quindi lavorare da subito su determinate condizioni della pista o se, invece, riguarderà solo parte delle prove, della qualifica o la gara e basta. E poi ci sono le moto: è chiaro che sul bagnato ha un gran vantaggio chi riesce a prepararla al meglio, al di là delle specifiche caratteristiche dei vari marchi. Se la gara sarà asciutta vedo molto bene le Yamaha, ma se davvero ci sarà pioggia si rimescola ogni valore in campo”.