Per un attimo sembra di vedere lui, James Hunt aggirarsi nel paddock. I lunghi capelli biondi, il fisico atletico, il sorriso seducente. Il campione iconico di un tempo in cui la Formula Uno era sinonimo di glamour, velocità e pericolo. Freddie Hunt, figlio del campione del mondo di Formula 1 del 1976 e storico rivale di Niki Lauda, è tornato nel paddock del grande circus della F1 a Silverstone in qualità di ambassador del profumo della Formula Uno: la F1 Fragrances Race Collection.
Ma cosa è il profumo per Freddie Hunt e soprattutto: può un profumo catturare quell’adrenalina, quella tensione che rendono un Gran Premio un’esperienza unica e irripetibile?
Il profumo coglie l’essenza di un attimo, di un luogo e le cinque essenze della F1 Fragrances Race Collection racchiudono in un flacone i momenti cruciali di un Gran Premio, come la tensione prima della gara, l’adrenalina della prima curva, il sorpasso impossibile, la salinità dell’asfalto bagnato di pioggia o la gioia della vittoria.
Che profumo ha la vittoria?
Odora di champagne! Il mio profumo preferito della F1 Fragrances Race Collection è proprio Carbon Reign, la gioia della vittoria, perché è fresco, molto particolare e unisex come tutte le essenze della Collezione.
Qual è il profumo che associ alle corse?
Una delle prime memorie del paddock è quell’intenso profumo di olio di motore. Questo mi ricorda mio padre.
Sei una fotocopia di tuo padre, cosa hai preso da lui?
La passione per le corse, ma anche per le gioie della vita. Vanno insieme, ma le corse richiedono tanto lavoro e mio padre era un gran lavoratore, anche se il film “Rush” non gli rende giustizia in questo. Molti mi etichettano “un playboy” come mio padre, ma era questo il vero James Hunt? Cos’è un palyboy? Sono un fan della velocità. Mi piacciono le corse e vorrei conoscere di più sulla messa a punto e la meccanica, ma mi piace anche la natura. Amo scalare e fare trekking. Alla fine, sono una persona semplice.
Quanto il cognome che porti ti ha aiutato?
Forse non sarei qui senza questo cognome che mi ha aperto tantissime porte. Dall’altra parte, le aspettative dell’ambiente erano astronomiche e la pressione enorme, al pari di quella che io ho messo a me stesso per raggiungere determinati risultati.
Hai sofferto molto?
Sicuramente. Soprattutto da giovane, questa pressione mi ha scacciato. Ero un bambino quando mio padre è morto, ma penso di aver preso molto da lui a partire dai come mi muovo o cammino, ma anche il carattere. Mio padre era una persona molto onesta, come lo sono io. In pista abbiamo uno stile simile: aggressivo ma non troppo”.
Come vedi la Formula Uno oggi?
F1 è sinonimo di show, velocità, tecnologia. Per fortuna tanto è stato fatto per la sicurezza. Quando correva mio padre le corse erano veramente pericolose!
Hai corso con Matthias Lauda nell’European Nascar. vi è capitato di parlare dei rispettivi padri?
È stato fantastico correre con Matthias. Qualche volta l’ho battuto, ma lui è sicuramente più esperto. Stiamo girando insieme un documentario, per cui ci rivedremo a breve. Non abbiamo parlato molto dei nostri padri, anche se ogni tanto capitava. Erano più simili di quanto si racconta e sicuramente amici. Mio padre e Niki si sono incontrati quando correvano ancora in Formula 3 e entrambi non avevano soldi, ma Niki era sicuramente un miglior businessman di mio padre.
In chi rivedi oggi la rivalità tra James Hunt e Niki Lauda?
Non la vedo nella prima fila al momento. Guardo invece con attenzione la coppia Ferrari: Charles Leclerc e Carlos Sainz, due piloti incredibili e velocissimi. Quando ci sarà anche la macchina sono sicuramente che vedremo delle bellissime battaglie.