Kevin Schwantz è religione. È il pilota preferito del tuo pilota preferito, un eroe del motociclismo. Per l’intensità con cui correva e per il genio che riusciva ad esprimere in pista, oltre l’immaginazione degli avversari e di chi andava a vederlo. Quanti Kevin siano stati battezzati così in suo onore è difficile da dire, ma nel mondo delle corse sono in tanti a portare un tributo al numero 34. Soprattutto però, Schwantz è il più grande per molti anche se ha vinto un solo titolo mondiale, nello specifico con la Suzuki 500 nel 1993.
Un titolo che lo ha legato indissolubilmente alla casa di Hamamatsu, tant’è che non era raro incontrarlo nell’hospitality Suzuki a seguire i piloti da vicino, con qualche pacca sulla spalla o un paio di battute quando le cose vanno per il verso giusto. Oggi che Suzuki è tornata a vincere il mondiale dopo vent’anni, Schwantz ha pensato di lasciato un piccolo messaggio per il pilota che, sotto un certo punto di vista, potrebbe considerarsi suo erede. Lo ha fatto così, con lo stile texano che ha sempre contraddistinto il suo personaggio:
"Joan Mir! ho appena visto la gara, hai chiuso questo campionato e andrai in Portogallo dopo aver dominato. Congratulazioni amico mio, è stato bello vederti lì, Hai fatto esattamente quello che dovevi fare, non hai rischiato più del dovuto e… campione del mondo, complimenti!
Per Joan sarà un bel momento: solo qualche giorno fa aveva espresso il desiderio di passare un po' di tempo con la leggenda: "Se vincessi il mondiale mi piacerebbe andare a cena con Kevin e fargli provare la mia MotoGP, ma dovremmo togliere il controllo di trazione solo per lui”.
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