“Uno dei ricordi più belli della mia infanzia è la domenica a casa di nonna: ravioli sul piatto e motomondiale, o Formula 1, in televisione. Non ho una moto, ma è comunque una passione enorme sin da piccolissimo. Qualche anno fa stavo per fare il grande passo di acquistarne una, poi ho perso un amico proprio per un incidente in moto e sto ancora sottosopra. Ma le moto sono un amore grande e le corse ancora di più. E credo di averti detto già tutto”. In realtà Michele non ci ha detto molto, solo l’inizio di una storia di cui conosciamo il finale pazzesco. Chi è? E’ il chitarrista di Fabriano che domenica a Misano s’è ritrovato tra le mani il casco di Valentino Rossi. Ieri lo abbiamo cercato a lungo, ma non c’è stato modo di parlarci. Oggi, però, ha scelto di farlo ed è stato lui stesso ad agevolare il contatto. “La verità – ci ha raccontato – è che volevo prima mettere il casco al sicuro. Perché, anche se fa ridere a raccontarlo, ho preso coscienza di cosa avessi tra le mani solo parecchie ore dopo. Per un attimo, lì nelle tribune, ho vissuto un momentaccio, non perché qualcuno ha provato a rubarlo o ha usato modi violenti, ma perché tutti volevano una foto, un selfie, volevano toccarlo e qualcuno addirittura annusarlo. Poi, però, sono uscito dal circuito con il casco in mano e quando sono tornato a Fabriano sono passato al bar, posandolo su un tavolino e mettendomi a raccontare agli amici questa cosa pazzesca. E’ stato lì che ho cominciato a capire che quello non era un casco, ma il casco di Valentino Rossi indossato nell’ultima gara in Italia e lanciato direttamente da lui”.
Un lunedì, quindi, passato a mettere al sicuro un cimelio che Michele vorrebbe portare sempre addosso e condividere con chiunque, ma che per adesso deve restare dove sta: in una cassetta di sicurezza. “E’ la cosa che mi dispiace di più – ha aggiunto – io sono per la condivisione delle cose belle, ma adesso c’è da aspettare. Capire cosa è necessario fare per custodirlo al meglio e anche per tutelarsi in qualche modo e, poi, finalmente, potrò vederlo tutti i giorni e magari anche metterlo a disposizione degli amici o di chi vorrà per qualche foto o quello che vogliono. Insomma: per condividere questa fortuna che ho avuto. Una cosa, però, è certa fin da adesso: non intendo lucrarci sopra e, soprattutto, non ho la benchè minima intenzione di venderlo. Non ci penso proprio e non c’è ragione al mondo per cui questa idea può sfiorarmi”. Non lo dice espressamente, ma un po’ si capisce dal modo in cui la sua voce si flette che gli è anche dispiaciuto che qualcuno, soprattutto sui social, avesse già dato per scontato che quel pezzo di storia del motociclismo sarebbe finito su Ebay o su qualche sito di aste. Non lo vende, come non lo venderebbe nessun tifoso. Cosa ne farà di preciso, invece, è tutto da decidere.
“Non lo so – ha ammesso – mi è arrivata una valanga addosso e comunque ci sarà tempo per pensarci. Adesso mi viene solo un po’ da ridere, soprattutto per quella foto che sta facendo il giro del mondo e che, anche se non mi reputo mister universo, non mi rende proprio onore (ride). Tra l’altro ti confesso una cosa, quella espressione riprende il momento esatto in cui pronunciavo la ‘o’ di una parola irripetibile, non proprio fine e garbata, che però m’è uscita nel momento in cui ho sentito il casco saldo tra le mie mani. Quando ho visto che Vale stava lanciando le sue cose, non mi sono neanche allungato per tentare di prendere ciò che stava regalando al pubblico. Mi sono detto ‘figurati se toccherà mai a me’ e così mi sono messo a girare un video con lo smartphone ed ero già felicissimo di stare così vicino a quella scena epocale. Infatti se guardi il filmato si vede proprio il casco venire addosso all’obbiettivo del mio telefono. Pazzesco, più ci penso e più mi rendo conto a piccole dosi di che roba pazzesca m’è capitata”.
E potrebbe non essere finita. Perché Valentino Rossi, come si vede anche in vari video, ha anche promesso a Michele che gli firmerà quel casco. “Subito dopo il GP ho provato ad andare nel paddock – ha concluso – Chiaramente, però, non ci hanno fatti entrare per via della bolla di Dorna e del protocollo anticontagio. Proverò a mettermi in contatto con la VR46 o con il fan club, ma non ho fretta e comunque sarebbe solo la ciliegina su una torta che mi fa già sentire fortunatissimo. E’ tutto incredibile, anche perché nella mia Fabriano Valentino Rossi vinse una delle sue prime gare sul go-kart, contro ragazzi che oggi sono miei amici e che evocano in continuazione le bagarre con il giovanissimo Vale. Ora che inizia la sua storia a quattro ruote, l’ultimo casco della sua incredibile storia su due ruote arriva proprio a Fabriano. Non è bellissimo?”