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Il siparietto Vettel-Binotto è
la vera sconfitta della Ferrari

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

26 ottobre 2020

Il siparietto Vettel-Binotto è la vera sconfitta della Ferrari
Le cose che non vanno - in casa Ferrari - sono parecchie, ma la vera sconfitta non arriva in pista. In quello che forse è il weekend più positivo per la rossa da inizio anno si è consumato un siparietto fatto di attacchi, scuse e insinuazioni. E in protagonisti sono Sebastian Vettel e Mattia Binotto

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

A Portimao Charles Leclerc ha chiuso il weekend con un incoraggiante quarto posto dopo un periodo di crescita per una SF1000 che sembrava destinata a non migliorare mai. Gli aggiornamenti portati in Portogallo hanno funzionato, il monegasco ha ottenuto un quarto tempo nel giro secco e un piazzamento a fine gara e - anche se il lavoro da fare per il 2021 è ancora tantissimo - comincia a vedersi una luce alla fine del tunnel di questo annus horribilis.

La vera delusione della Ferrari, per appassionati e addetti ai lavori, non riguarda questa volta le prestazioni della monoposto in gara e nemmeno la strategia scelta per il weekend. La rossa di Maranello esce ancora una volta sconfitta da questa stagione e in questo caso la colpa è di due volti rappresentativi per la squadra: Sebastian Vettel e Mattia Binotto. 

A far volare i primi stracci è il quattro volte campione del mondo che comincia, il sabato, con toni comunque pacati rispetto alle dichiarazioni successive: "Non solo mi batte, ma gioca proprio in un’altra categoria. Non c’è molto che possa fare, anche nei giri che mi sembrano buoni sono più lento. E più di così non riesco".

Un commento che sa di resa, per un campionissimo come Seb, ma che per qualcuno è anche un attacco alla scuderia che non saprebbe dare al tedesco una macchina degna del suo stile di guida e che - dopo l'annuncio del suo addio per la prossima stagione - stia seguendo le indicazioni di Leclerc per lo sviluppo e non quelle di Sebastian. 

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A queste accuse risponde Binotto, dopo la gara di domenica: “Le macchine sono assolutamente identiche, non c’è dubbio. Spero che Vettel possa fare una buona qualifica ad Imola, partire più avanti e far valere di più la sua capacità di guida indiscutibile. Leclerc sicuramente è molto bravo, ma ci si aspetta di più da un secondo pilota".

Una dichiarazione che non lascia molto all'immaginazione, il quattro volte campione del mondo viene chiamato "secondo pilota" dal suo team principal, con un gesto di stizza che toglie definitivamente il velo a una squadra che fino a questo punto dell'anno aveva provato (con scarsi risultati) ad apparire unita. Inoltre Binotto prende le parti di Leclerc, mettendo in chiaro come le due monoposto assegnate ai piloti siano identiche e zittendo Vettel, senza nemmeno provare a indicare una spiegazione plausibile sulle motivazioni di una tale perdita di risultati in pista. 

Un siparietto che continua da mesi, iniziato prima ancora del via della stagione, con la Ferrari che aveva annunciato di non essere riuscita a trovare un accordo con Sebastian e con lui che - alla prima occasione disponibile - aveva detto la sua: "Ma quale accordo? Sul mio tavolo non è mai arrivata una proposta per il 2021". 

Mentre Leclerc prova a fare del suo meglio - come un figlio al centro dei litigi tra genitori pronti al divorzio - intorno a lui continua il caos di una squadra che sembra ancora tutta da ricostruire. L'umore di Vettel certo non aiuta e si spera che, con la fine di quella che una volta era una storia d'amore incredibile, ad ognuno torni il sorriso. 

A Binotto, non più costretto a dover dare spiegazioni. A Vettel, di nuovo in una squadra pronta ad ascoltarlo. A Leclerc, che potrà concentrarsi sul suo futuro con un compagno di squadra meno impegnato. 

E magari anche a tutti i ferraristi in giro per il mondo che anche in un weekend positivo come quello di Portimao sono costretti ad ascoltare le dichiarazioni, le insinuazioni e le scuse di un team che non ha - da molto tempo ormai - le sembianze di una squadra. 

 

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