Oscar Piastri si alza, con i piedi in equilibrio sopra la sua McLaren per festeggiare una storica vittoria a Baku, e rischia di cadere, facendo sorridere la sua squadra che lo aspetta a braccia aperte tra le grida e gli applausi generali. Inciampa lì, una volta sceso dalla macchina, concedendosi il lusso di un'imperfezione che in pista non ha mai mostrato, in 51 giri di tensione e stress, alla guida di una gara in difesa dagli attacchi costanti della Ferrari di Charles Leclerc. Una domenica vinta di intelligenza e maturità per un ragazzo, classe 2001, che davanti all'ansia risponde con la sicurezza e la maturità di un gigante. "È il più giovane tra noi ma è anche il più saggio" aveva detto il suo team principal Andrea Stella dopo la sua prima vittoria in carriera, in Ungheria, descrivendo con poche parole il carattere di un ragazzo che risponde perfettamente alle misure del campione. Ventitré anni, una stagione e mezza in Formula 1, un arrivo rocambolesco nel tentativo di McLaren di strapparlo ad Alpine, con la squadra inglese disposta a pagare un'intera stagione a Daniel Ricciardo per tenerlo in panchina, da licenziato, e non farsi scappare il giovane Piastri.
Che sia saggio e misurato, dentro a vestiti troppo larghi per la sua giovane età, l'australiano lo ha dimostrato mettendosi in mostra in una domenica tutta in difesa dove il minimo errore, la sbavatura di un attimo, lo avrebbe reso facile preda della Ferrari di Charles Leclerc, fisso alle sue spalle per l'intero Gran Premio in attesa proprio di quell'incertezza mai arrivata. "Questo è stato il pomeriggio più stressante della mia vita" ha detto al termine della gara, senza però cedere mai a un eccesso, a un grido, a una lacrima. È la calma di chi si conosce, quella di Oscar Piastri. Rara, in un mondo che corre in fretta come quello della Formula 1, quasi impossibile poi se di anni sulle spalle ne hai 23 e se ti ritrovi, a metà campionato, con la macchina più competitiva della griglia tra le mani. All'improvviso, nell'incredulità generale di chi questo campionato lo aveva già visto assegnato a Red Bull dopo poche gare dall'inizio del 2024, a fare i conti con strategie per la vittoria, sorpassi da chiudere in faccia a campioni del mondo e decisioni da prendere, capaci di cambiare l'esito di podi, delineando i punti di una stagione più aperta che mai.
Eppure sorride Oscar Piastri, scivolando con i piedi sulla sua McLaren nel tentativo di non cadere, e lo fa perché è dove vorrebbe essere e dove sa di essersi meritato di stare. "Ho provato il sorpasso su Leclerc anche se la squadra mi aveva detto di aspettare" ha rivelato dopo la gara, sicuro di avere "un'occasione e basta" per giocarsi il successo e deciso ad andarsela a prendere, nonostante il rischio di gettare tutto all'aria con un incidente. Contano i punti, Andrea Stella e tutto il team McLaren lo hanno fatto intendere chiaramente e in più occasioni: i punti per il mondiale costruttori, i punti per vincere il titolo, i punti per tentare - forse con Lando Norris - di andare ad agganciare Verstappen anche nel campionato piloti. Oscar Piastri ha detto di sì alle nuove "papaya rules" al via del weekend di Baku, dimostrandosi pronto ad aiutare il compagno di squadra là dove necessario. "Se sono nelle condizioni di vincere però - ha aggiunto Piastri - non so se cederò la posizione", tenendo le spalle larghe senza nascondere la voglia di emergere. A Baku non c'è stato bisogno di ordini di scuderia, con Norris sempre lontano dai vertici della classifica dopo una qualifica da dimenticare, ma Oscar ha messo in ordine le cose da solo, mettendo in luce un talento destinato a brillare sempre di più. A Baku, nella terra dove tutto può succedere, al centro di una stagione senza punti di riferimento, in cui ogni cosa cambia di gara in gara, Oscar Piastri tiene il suo equilibrio, senza scivolare, protetto da una calma che lo porterà lontano.