Sarà un Natale diverso, lo sarà per tutti. I giorni rossi dovevano essere quelli delle feste, del vecchio signore che scende dal camino, di qualcosa di rosso da mettere per l’ultimo dell’anno. È invece il rosso dell’emergenza, della paralisi al semaforo. Stare fermi e aspettare, con uno schermo in mano per salutare i parenti. Oggi quel senso di collettività che ci aveva accompagnato in primavera è un ricordo lontano, come lo sono i pranzi di lavoro, le recite a scuola, gli aperitivi in ferie. Tutta roba da rimandare al prossimo anno, che tu creda in Dio o meno. Che tu sia un habitué della settimana bianca o meno. Nessun capro espiatorio, nessun Grinch da cui andare a protestare.
Il 2020 è stato un anno in cui ci si è dovuti accontentare, l’anno delle spallucce, degli “andrà meglio la prossima volta”. Irene Saderini l’ha raccontato così, con la foto di un telo in plastica sul sedile anteriore dell’auto. Per tornare a casa, anche solo per un momento.
"Buon Natale a me, che per abbracciare la mia mamma ho usato questo telo di plastica.
Mia mamma il virus non può proprio rischiare di prenderlo.
Il telo me lo sono messo addosso in mezzo a un parcheggio, perché mia mamma vive in un’altra regione e questo pomeriggio era l’ultima occasione per vederla in faccia in un quasi Natale.
Non ce l’ho con il Governo, non ce l’ho con la politica, non ce l’ho con le case farmaceutiche.
Ne ho solo piene le palle del 2020.
Buon Natale a me e a chi vorrebbe essere con i propri affetti ma non può".