Parliamo sempre di lui, ma alla fine sappiamo così poco di Charles Leclerc. Giovane, veloce, promettente, "predestinato" come lo chiamano alcuni. Ma c'è un Charles dietro al Leclerc, e un po' di quel ragazzo 23enne viene fuori grazie all'intervista di Umberto Zapelloni per Il Giornale. Il monegasco si racconta sul finire di un anno difficile, mettendo a nudo i suoi errori, ma anche quei tratti del suo modo di guidare che gli chiedono di cambiare, ma che lui non è disposto ad accettare.
Un dormiglione, così si descrive, uno che fino a pochi anni fa si svegliava alle 11 ma che adesso è migliorato "ho anticipato alle 9:30". Tipico dell'età, viene da dire, anche se Charles di tipico sembra avere pochissimo. Ragiona come un pilota navigato, anche quando si parla di quegli errori che lo hanno messo in discussione. Guai però a dirgli di essere meno aggressivo, come chiesto da Mattia Binotto, perché dentro quell'irruenza (che gli è costata punti importanti) c'è anche il segreto del miracolo fatto quest'anno: "l'aggressività che mi è costata il podio in Turchia è anche quella che mi ha permesso durante la stagione di ottenere dei risultati e fare tanti punti quando proprio non ce lo aspettavamo".
Basta guardare la classifica, le prestazioni del compagno di squadra e i risultati della sua SF1000 per rendersi conto che Charles ha ragione, senza quell'aggressività - a volte eccessiva - la Ferrari non avrebbe ottenuto i pochi buoni risultati di questo 2020. Anno difficile ma anche stagione che Lelcerc considera migliore rispetto a quella del 2019: "è stato difficile perché non avevamo l'auto che speravamo ma io sono stato più consistente e più spesso sono riuscito a dare il cento per cento".
Fondamentale in questa crescita anche l'ormai ex compagno di squadra Sebastian Vettel: "Vederlo lavorare con il team è stato utilissimo. Il suo modo di rapportarsi con la squadra, lavorare sui dettagli...".
Ora però un nuovo compagno di squadra è in arrivo a Maranello, e Leclerc non vede l'ora di "conoscerlo meglio" sicuro che, fuori dalla pista, andranno d'accordo. Il monegasco crede molto nei rapporti di amicizia, come quello con Pierre Gasly, con cui è cresciuto prima del passaggio in Formula 1: "Io faccio una grande differenza tra quello che succede in auto e quello che succede fuori".
Una distinzione che verrà fatta anche con lo spagnolo Sainz, perché Leclerc mette le mani avanti su quello che potrebbe succedere in pista: "Credo che anche Carlos la veda come me. Quando chiudiamo la visiera vogliamo essere i più veloci...".
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