Marco Bezzecchi ha deciso di non annoiarsi durante la pausa invernale. Solo qualche settimana fa lo avevamo visto cimentarsi nella discesa di casa con un mezzo a tre ruote completamente di traverso, tra cadute e risate da parte degli amici e qualche entrata pulita e veloce.
Da qualche giorno però, il Bez ha deciso di alzare il livello della sfida. Poco tempo fa aveva montato un motore (forse riciclato da un vecchio attrezzo da giardino) ad un telaio costruito su misura e, più recentemente, ha progredito con la costruzione di un trike. Al monocilindrico (ovviamente raffreddato ad aria) sono collegate l’espansione di un qualche scooter due tempi e una marmitta aftermarket, mentre la trasmissione finale (di una bicicletta?) arriva all’asse posteriore dove sono montate due coppie di ruote prese da un carrello da lavoro. Il tocco d’artista infine è rappresentato dalla sella in ferro, che sembra presa in prestito da un Landini degli anni Cinquanta. Ad oggi manca solo il serbatoio, già pronto sul tavolo da lavoro del pilota della VR46 Academy.
Che poi funzioni, come sempre in questi casi, è tutto da dimostrare. Ma è la passione con cui si è cimentato nell’impresa che fa la notizia. Perché avrebbe potuto comprare qualcosa di simile o farlo costruire da qualcuno che lo fa di mestiere, invece ci si è messo anima e corpo come se stesse montando un set Lego. Quando la gente chiede se la terra dei motori non sia una trovata di marketing dei romagnoli per attirare turismo, fategli vedere Marco Bezzecchi che costruisce un trike a motore partendo da una bicicletta. Uno spettacolo.
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