Valentino Rossi in Petronas si gioca molto, anzi moltissimo. Perché anche se hai già vinto tutto -o forse proprio per questo- non puoi permetterti di lasciare come uno qualsiasi, lontano dai podi e dalle vittorie. In quello che potrebbe essere il suo ultimo anno in MotoGP, Rossi vuole lasciare un segno con delle belle gare, magari puntando al rinnovo per il 2022 e certamente cercando quel decimo titolo sfiorato nel 2015.
Le cose in Petronas saranno diverse. Lo hanno detto Razali e Stigefelt che gestiscono il team, ma non è una sorpresa. A fianco di Valentino non ci saranno più alcuni degli uomini chiave della sua carriera, come Alex Briggs e Brent Sthephens, e Ramon Forcada (capotecnico di Franco Morbidelli) ha già dichiarato che Rossi dovrà cambiare approccio per ottenere dei risultati nel team satellite.
In un’intervista riportata dal giornale tedesco Speedweek, Rossi parla dei problemi della Yamaha e del suo programma d'allenamento per l’inverno che richiederà anche un reset a livello mentale.
“Devo lavorare molto su me stesso - ha spiegato il Dottore - Dobbiamo migliorare in alcune aree, come ad esempio le qualifiche, perché ora sono davvero importanti. Come sempre spingeremo anche la Yamaha a migliorare, cercando di fare un buon lavoro in inverno per poter migliorare sotto certi aspetti”.
Nonostante il regolamento non permetta modifiche al motore -per tagliare i budget vista la situazione d’emergenza- i tecnici di Iwata stanno lavorando intensamente sullo sviluppo dell’aerodinamica e della ciclistica, con lo scopo di ritrovare aderenza al posteriore ed aumentare la velocità massima.
"Negli ultimi anni, compreso questo, siamo stati forti ad inizio stagione” ha raccontato Rossi, che proprio al secondo GP di Jerez ha raggiunto il podio 199. “Ma nella seconda metà del mondiale abbiamo sofferto rispetto ai nostri avversari, perché tutti sono riusciti a trovare soluzioni nuove. Non è stato facile arrivare con la Yamaha a fine stagione".
Secondo Maverick Vinales la Yamaha aveva raggiunto lo stato dell’arte nei primi mesi del 2017, quando lo spagnolo vinse tre delle prime cinque gare del campionato. In seguito però, i problemi di aderenza al posteriore hanno reso la moto sempre meno competitiva.
In merito, Rossi ha spiegato che “È vero, abbiamo diversi problemi con la gomma posteriore Se non riusciamo a farla funzionare bene la M1 diventa molto difficile da guidare e sarà difficile per noi essere competitivi. Questo è il punto più importante, che va ad aggiungersi ai problemi di velocità massima. Ma per riuscirci non è necessario lavorare solo sul motore, ci sono anche l’aerodinamica ed altre cose importanti". Un invito piuttosto esplicito ai tecnici giapponesi che dovranno inventarsi qualcosa durante questi mesi di pausa, magari sfruttando anche Cal Crutchlow, nuovo ingresso nel test team dei Tre Diapason.
Sul momento che ha cambiato le carte int tavola al punto da rendere la Yamaha meno competitiva di Suzuki, Valentino non ha grossi dubbi: "Dal 2016 al 2017 (quando Lorenzo passò in Ducati, ndr.) è stato un momento cruciale per Yamaha e M1, perché secondo me è stato lì che sono iniziati i nostri problemi. Fino al 2016 la moto era molto competitiva, poteva vincere gare e titoli mondiali. Da quel momento in poi abbiamo avuto difficoltà maggiori. Ma ad essere sincero non ho capito quanto dipendesse dalla Yamaha o dagli altri costruttori. A mio parere sono soprattutto gli altri ad essere migliorati. Per essere competitivi dovremmo migliorare anche noi, come hanno fatto loro”. Ha concluso Rossi.
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