Decima posizione nel Mondiale per Fabio Quartararo, sedicesima per Franco Morbidelli. Due podi, entrambi firmati dal francese in India e in Texas, e tanta fatica. Il 2023 della Yamaha si configura come una delle stagioni peggiori di sempre in MotoGP a livello di risultati per Iwata, che nel campionato costruttori - dopo il podio di Marc Marquez a Motegi - è stata scavalcata anche da Honda, ereditando l'ultima piazza. Nella speciale classifica delle squadre il Team Monster Energy Yamaha resta in piedi; è sesto davanti a Gresini, RNF, LCR, GasGas e Repsol Honda. La differenza, nella competizione tra i costruttori, la fanno evidentemente i team clienti, che portano punti e "spingono" le rispettive Case di riferimento. Naturalmente, il divario tra chi possiede una squadra satellite e chi scende in pista solamente con le moto del proprio team factory si riflette in classifica solo in ultima istanza. È sempre la pista a parlare per prima, ed è proprio la pista che - negli ultimi anni - ci ha dimostrato come i team clienti siano necessari, se non indispensabili, nella MotoGP odierna. Imprescindibili per lo sviluppo; per fornire informazioni, dati e feddback ai team ufficiali, in modo tale da migliorarsi reciprocamente.
Non è un segreto che la Yamaha, da due anni a questa parte, sia l'unica Casa in MotoGP senza team satellite. Lin Jarvis, Managing Director di Iwata, vorrebbe colmare questa mancanza entro il 2025, e la volontà sarebbe chiaramente quella di portare dalla sua parte il Team Mooney VR46, strappandolo a Ducati. Almeno tre, i motivi a supporto: il team di Valentino Rossi si sta confermando uno dei migliori in circolazione tra i "satellite", il Dottore è ambassador Yamaha e - oltretuttto - la Casa giapponese fornisce il proprio materiale tecnico ai piloti dell'Academy, che al Ranch si allenano in sella a moto prodotte da Iwata. Le opzioni per la Yamaha non abbondano, perché Carmelo Ezpeleta non ha intenzione di aumentare il numero delle moto in griglia nel 2025 e, quindi, i team clienti a cui rivolgersi restano i sei (Gresini, VR46, Pramac, LCR, RNF, GasGas) presenti attualmente in MotoGP. Tra questi, solo due andranno in scadenza di contratto coi rispettivi costruttori di riferimento a fine 2024: LCR con Honda e, appunto, VR46 con Ducati. Viene difficile pensare che Lucio Cecchinello, dopo diciannove anni al fianco di Honda, decida di accasarsi dalla rivale giapponese. Per convincere Valentino Rossi e Uccio Salucci a tornare in Yamaha e a lasciare Borgo Panigale, invece, Iwata dovrà mostrare decisi passi in avanti dal punto di vista tecnico, già a partire dal 2024.
Lin Jarvis, ai microfoni di Speedweek, ne ha parlato così: "Faremo del nostro meglio per ottenere un buon team satellite per il 2025. Non posso dire di essere fiducioso che funzionerà. Ma presupponiamo che dovremmo essere in grado di avere un team di clienti. Ma prima dobbiamo riuscire a migliorare il nostro pacchetto tecnologico. Dobbiamo sicuramente prima sviluppare e costruire una moto competitiva. La nostra preferenza è sicuramente VR46, ma allo stesso tempo dobbiamo rimanere realistici ed essere preparati al fatto che questo piano non può essere attuato, per qualsiasi motivo. Allora dobbiamo cercare soluzioni alternative. Perché vogliamo avere di nuovo quattro moto in campo nel 2025, questo è sempre stato il nostro numero preferito. Il nostro partner preferito, come già detto, sarebbe VR46 e abbiamo molte ragioni per adottare questo approccio. Ma se questo piano non potrà essere realizzato, dovremo cercare altre soluzioni. La nostra opzione sarà quella di cercare le sei attuali squadre satellite e prenderemo in considerazione qualsiasi squadra contrattualmente disponibile, aperta e interessata".