In Honda ufficiale, accanto a Joan Mir, c'è una sella libera per il 2024. Un annuncio del genere, pubblicato a ottobre, farebbe scattare centinaia di mail con curricula in allegato, oltre a colloqui, trattative, controproposte, selezioni. Tuttavia, oggi, i cacciatori di piloti che lavorano ai piani alti di Asaka e tra le pareti del Team Repsol Honda non sembrano avere a disposizione l'imbarazzo della scelta. Le eventuali scelte obbligate, oltretutto, non stimolerebbero l'appetito. Perché la Honda del 2023 non è più quella di una volta e i piloti, al giorno d'oggi, non cascano più ai piedi di HRC. Anzi, la moda - al momento - vede i piloti fuggire da HRC. Alex Rins ha rotto un contratto biennale con Honda e il Team di Lucio Cecchinello per un posto nel Team Factory Yamaha. Marc Marquez ha rinunciato a 25 milioni, ai legami di cuore e ad un trattamento da ufficiale pur di sentirsi ancora attrezzato per vincere. Anche Joan Mir, in estate, ha pensato di risolvere anticipatamente il suo contratto. Poi il maiorchino, quando ha capito che nel 2024 sarebbe potuto essere al centro dei progetti Honda, ha deciso di restare.
E allora chi, accanto a Mir, nel 2024? Chi, al posto di Marc Marquez, in Honda? Negli ultimi anni i colori Repsol sono sempre stati indossati da piloti titolati, con almeno un Mondiale (anche di Moto2 e Moto3) in bacheca. Adesso, in autunno, a meno di due mesi dai primi test in ottica 2024 di Valencia, non ci sono piloti titolati a disposizione. O meglio, tutti sono già sotto contratto con altri team per la prossima stagione. L'addio di Marc Marquez (che secondo un'ipotesi complessa ma realistica, formulata da Guido Meda, potrebbe essere anche un arrivederci) ha insegnato che in MotoGP i contratti valgono fino ad un certo punto (Carlo Pernat ce ne ha parlato qui, non senza turbamenti). Di fatto, Honda e Marc Marquez - con la loro risoluzione consensuale - hanno creato un grande precedente, e adesso non ci sarebbe da stupirsi se qualche altro contratto venisse improvvisamente privato delle sue obbligazioni. In questi giorni voci di corridoio hanno parlato di contatti tra Asaka e Miguel Oliveira, tra Honda e Maverick Vinales. Al momento, però, sembrerebbero solo congetture. Un'ipotesi più plausibile farebbe riferimento alla promozione di Johann Zarco, due volte campione del mondo, dal Team LCR (per il quale ha firmato lo scroso mese) al Team HRC ufficiale. Scenario che Lucio Cecchinello, in un'intervista a Speedweek, ha negato categoricamente: "Zarco ha firmato contratti con HRC e LCR e correrà con noi. Questa è la fine di questa storia per me".
Sulla lista della Honda, quindi, resterebbero solo i nomi di Fabio Di Giannantonio (scalzato da Marc Marquez in Gresini) e di Iker Lecuona, che corre per HRC in Superbike. Asaka, oltretutto, non può permettersi di forzare la situazione con Lucio Cecchinello, al contrario di quanto ci si possa immaginare (i team clienti, spesso, seguono le volontà del costruttore di riferimento). Il contratto tra LCR e HRC scadrà a dicembre 2024 e Honda - strappando a Lucio un pilota dal valore indiscusso come Johann Zarco - rischierebbe di perdere l'unico team satellite che le gravita attorno dal 2006. Già in estate la KTM aveva sondato il terreno per portare la struttura del manager veneto più vicina a Mattighofen, ma Lucio - controcorrente rispetto alla tendenze della MotoGP odierna - ha rifiutato, rispettando il contratto con la Honda. In questa situazione, tuttavia, balza agli occhi come l'aura e il peso politico di HRC abbiano subito un contraccolpo netto dopo la risoluzione consensuale con Marc Marquez. Basti pensare al Team Gresini Racing (l'ultima squadra affiliata a Ducati in ordine di tempo, insieme al Team Mooney VR46), che riesce ad accaparrarsi un otto volte campione del mondo. Basti pensare al Team Honda Repsol ufficiale, una volta sogno di qualsiasi bambino con aspirazioni motociclistiche, che adesso continua a perdere piloti. Senza ricevere nulla in cambio.