Se ami le corse in moto da qualche decennio e pensi a Suzuki, allora pensi pure a Kevin Schwantz. Ok Barry Sheene, ok Marco Luccihnelli, Franco Unici, Kenny Roberts e Joan Mir, ma il texano con il 34 è stato ed è il simbolo di quelli di Hamamatsu nel motorsport. Ecco perché le parole che Kevin Schwant ha pronunciato proprio per commentare l’uscita di scena di Suzuki dalla MotoGP stanno facendo il giro del mondo.
Dichiarazioni a modo suo, nel perfetto stile di quello che quando frenava lo faceva comunque più tardi di tutti, e metteva l’istinto davanti ai ragionamenti. “Per qualche Dollaro – ha detto – Suzuki potrebbe ripensarci”. Una frase che potrebbe anche risultare offensiva da un certo punto di vista, ma che, detta da Schwantz, assume semplicemente il significato di cinico realismo. "Vorrei dire che sono sorpreso della decisioni di Suzuki, ma non è così – ha commentato il texano - Quando vedi le moto, i piloti, tutto il personale del team, sembra che tutto sia a posto. Potresti pensare che stiano facendo del loro meglio per continuare a gareggiare, ma finanziariamente è un grande sogno. La MotoGP è una fatica enorme, e starci dentro non costa poco, te lo assicuro. Se hanno fatto la scelta giusta o no non lo so, dovremo aspettare e vedere, ma forse spendere tanti soldi per i gran premi per loro non ha senso".
Il nodo cruciale, quindi, è il denaro, con Suzuki che potrebbe finire travolta anche nei rimborsi del Dieselgate, anche se Schwantz non fa alcun cenno sulla questione. Per il texano, però, la decisione annunciata dal marchio giapponese, proprio perché figlia di una questione economicamente contingente, potrebbe non essere definitiva. “Suzuki potrebbe cambiare idea se arriva un grande sponsor – ha concluso Schwantz – Qualcuno dica: ‘Ascolta, abbiamo soldi, perché non resti in MotoGP?’ Penso che qualche Dollaro potrebbe cambiare l'opinione di Suzuki. Ma penso anche che sarà difficile, non sarà facile per loro cambiare idea, perché se hanno preso questa la decisione e l’hanno pure comunicata alla squadra, evidentemente sono convinti di quello che faranno”.