I fratelli Espargaró condividono il paddock del Motomondiale dal lontano 2006. Nel 2011 si sono scoperti avversari sulla griglia di partenza della Moto2 e rivali, se vogliamo, lo sono stati per altri dieci anni - dal 2014 all'ultima gara del 2023 a Valencia - in MotoGP. Aleix e Pol, 34 e 32 anni, cresciuti nella stessa casa a Granollers, Catalunya, a pochi passi dall'asfalto del Montmelò dove un giorno nemmeno troppo lontano avrebbero realizzato i loro sogni professionali: Polyccio ha vinto sulla "sua" pista nel magico 2013, l'anno del titolo mondiale in Moto2. Centoventi mesi più tardi - ovvero lo scorso giugno - sul tracciato che si snoda nell'entroterra di Barcellona ha trionfato Aleix, che dopo la bandiera a scacchi si è commosso davanti al suo pubblico e tra le braccia del fratello al parco chiuso. In una decade di MotoGP Pol e Aleix non sono mai stati compagni di squadra, ma nemmeno compagni di marca. Sempre avversari, sempre a darsela di santa ragione in pista, dove gli affetti della fratellanza sembravano improvvisamente scomparire: carenate, gestacci, litigate quando uno ostacolava innavvertitamente l'altro nelle prove libere. Sanguigni allo stesso modo i due, entrambi generosi nello stile di guida, anche se diversi nelle altre sfumature del carattere: istintivo Aleix, più riservato Pol. Musi lunghi e incavolature che, in ogni caso, duravano al massimo dieci minuti, perché poi - a casco sfilato - Aleix e Pol hanno sempre fatto pace, con dimostrazioni di benevolenza da fratelli veri, che a volte sono state trasmesse anche in mondovisione, dalle telecamere della regia internazionale.
L'ultimo di questi episodi è andato in onda due settimane fa, quando Aleix - sulla griglia di partenza di Valencia - ha abbandonato la postazione Aprilia per raggiungere della KTM GasGas del fratello, che scattava due file più indietro. Per Pol si trattava dell'ultima gara da pilota titolare in MotoGP, dopo dieci stagioni, otto podi conquistati e un bruttissimo infortunio a Portimao, all'inizio di questo 2023. Aleix, che invece correrà con Noale almeno fino al termine del 2024, sul rettilineo del Ricardo Tormo - prima dello spegnimento dei semafori - ha abbracciato Pol, stringendolo forte. I due, all'istante, si sono genuinamente commossi; dal video diffuso dai canali social della MotoGP si sentono persino i singhiozzi: "Già sulla griglia di partenza è stato molto commovente andare a trovare Pol, perché era la sua ultima gara. Il giro di allineamento che abbiamo fatto insieme è stato emozionante. Abbiamo iniziato insieme all'età di cinque anni e abbiamo corso insieme nel Campionato del Mondo per molti anni. È sempre stato il mio idolo, mi batteva sempre quando ero piccolo, è sempre stato il mio riferimento. Ero in pista quando lui era campione del mondo. È stato un giorno molto speciale per me. Sono andato nel suo box e gli ho rubato il casco dopo la gara, così ho il suo ultimo casco! Sarà triste, ma lui vi dirà subito cosa farà e sarà in pista quasi a ogni gara. Forse potrò passare più tempo con lui" - ha raccontato Aleix dopo il Gran Premio del Ricardo Tormo. Tuttavia Pol, che dall'anno prossimo sarà collaudatore ufficiale per KTM, farà sicuramente qualche wildcard nel 2024. La speranza è quella di tornare a tempo pieno nel 2025, anche perché il più piccolo dei fratelli Espargaró - come ha rivelato al rientro dall'infortunio e come ha lasciato intendere dal caso speciale "See you soon" indossato a Valencia - sente di aver ancora qualcosa da dare alla MotoGP.