Fino a poco tempo fa i record di Michael Schumacher sembravano impossibili da eguagliare: 7 campionati del mondo, 91 vittorie, 68 pole position. Poi è arrivata l’era Mercedes e, così come fu l’era Ferrari del Kaiser, la loro invincibile superiorità si è trasformata in un (noioso) lunghissimo assolo. Questa volta a capo dell’armata c’è un Lewis Hamilton che non sembra sentire sulle proprie spalle il peso della storia in cui sta entrando. E come potrebbe? Nessuno, oggi, è in grado di avvicinarsi anche solo lontanamente al suo trono.
Così, senza avversari in un 2020 che sembra già destinato ad essere solo e soltanto suo, Hamilton si prepara a prendersi quei record irraggiungibili di Michael. Ha già da tempo abbattuto il record delle pole - ora 90 - e a fine anno potrà eguagliare il numero di campionati del mondo vinti, andando a toccare i 7 di Schumi. Nel mezzo però resta un solo record da abbattere, forse quello più significativo a livello personale per la carriera di un pilota: il numero di vittorie in Formula 1.
A Lewis mancano cinque successi per eguagliare quelle di Michael, sei per batterlo, diventando di diritto il pilota più vincente di sempre. Un pugno nello stomaco per chi è stato tifoso di Schumi, un pasto amaro per i ferraristi e un giorno difficile un po’ per tutti gli appassionati di Formula 1 che, con questo sorpasso, lasciano andare un altro pezzetto del Kaiser. L’uomo imbattibile - l’arrogante dominatore - oggi lontano da tutti ma mai dimenticato, presto battuto in quei primati che non potevano essere battuti.
E se per gli altri i sentimenti contrastanti di quel giorno saranno sopportabili, per gli amanti della Rossa oltre al danno potrebbe arrivare la beffa. In una stagione disastrosa come quella che la Ferrari sta vivendo quest’anno il contraccolpo di questo record battuto si potrebbe sentire per tanto tempo. Lo stesso Sebastian Vettel, che in Michael Schumacher custodisce il mito della sua infanzia, ha ammesso di aver fallito nel tentativo di togliere più vittorie e titoli possibili a Hamilton, allungando così il dominio di Schumi.
Ma Hamilton quel record è destinato ad abbatterlo e lo farà proprio in questa stagione così frenetica e ravvicinata. Cinque vittorie per eguagliarlo e sei per superarlo. Un gioco da ragazzi se si considera la disarmante superiorità della sua monoposto quest’anno. Potrebbe anche vincere tutti i Gran Premi e raggiungere Michael tra sole cinque gare.
Guardando il calendario salta subito all’occhio un gioco di destini incrociati che sembra cucito su di loro per renderli protagonisti di una storia fuori dal comune: se Lewis vincesse tutte e cinque le prossime gare si troverebbe a eguagliare il record di Schumacher a Monza. La terra dei tifosi Ferrari, il tempio della Rossa. Ma non è finita qui perché se dovesse vincere anche la gara successiva batterebbe il Kaiser al Mugello, circuito di proprietà della Ferrari, durante un Gran Premio in cui la scuderia di Maranello festeggerà i suoi 1000 Gran Premi in Formula 1.
Se Hamilton dovesse invece perdere uno dei cinque GP che ci separano da Monza allora potrebbe comunque eguagliare il Kaiser durante la gara dedicata alle 1000 presenze della Ferrari. Con due errori del pilota Mercedes la festa sarebbe rimandata in Russia, terra certamente più neutrale. Ma se un po’ in questi anni abbiamo imparato a conoscere Lewis, possiamo immaginare la sua voglia di fare tutto perfetto: vincere i due GP di casa a Silverstone, conquistare Spa e arrivare in Italia da conquistatore assoluto.
Eguagliare Schumi a Monza e batterlo al Mugello? Esiste un incubo peggiore per un tifoso della Rossa? Lasciare andare i primati di Michael proprio dove tutti i simboli del suo idillico matrimonio con Maranello sono custoditi?
È la storia di un pilota che in questi anni non ha mai lasciato niente per gli altri, esattamente come Schumacher fece durante la sua era, e forse proprio il Kaiser sarebbe felice di vedere tanta determinazione in un ragazzo che dopo aver vinto tutto non è comunque mai davvero soffisfatto, mai sazio.
Chissà come reagirà Lewis a questo traguardo: forse, per una volta, potremmo sperare di vedere in lui l'ombra di una umanità che tendiamo a dimeticare, proprio come quando Schumacher raggiunse le vittorie di Senna.
E magari, da qualche parte, lo applaudirà a modo suo: incazzato perché qualcuno ha osato essere migliore di lui ma fiero di un dominio che nessuno credeva possibile.