La Mercedes è destinata ad essere odiata. È antipatica come la compagna di banco che si lamenta di non aver studiato, ma prende sempre il massimo dei voti. Spocchiosa come l’amica magrissima che sbuffa perché si sente grassa. E il motivo è presto detto: non sbaglia mai un colpo. Anzi, nel pieno di un dominio schiacciante si prende il tempo per lavorare all’unico suo punto debole, la power unit.
Chi la sa lunga parla, nel corso di due anni, di prove interminabili al banco, alla ricerca di un’affidabilità non facile da trovare. Quando si punta al top della prestazione, è normale avere problemi di gioventù. Ma a Brixworth, dove nascono le power unit di casa Mercedes, si sono presi il lusso di non portare in pista questa novità fino al momento in cui è diventata così perfetta da fare il paio con il resto del pacchetto.
E, ironia della sorte, il compromesso arriva nella stagione in cui la Ferrari sprofonda nel baratro, con una monoposto, la tanto vituperata SF1000, pensata per un motore che non gli è più concesso utilizzare, cui si aggiungono lacune di telaio. Ma la Mercedes è anche il compagnuccio di classe insopportabile, quello che alza puntualmente la mano alla domanda della prof, visto che conosce sempre la risposta.
Perché i tecnici della Mercedes, non paghi del loro successo, setacciano il regolamento tecnico alla ricerca di zone grigie da sfruttare. E mentre gli altri team si scervellano per raggiungerli, loro, con teutonica efficienza, ti tirano fuori robe ai confini della realtà come il DAS, con il quale, tra i vari vantaggi, mandano in temperatura le gomme anche quando le condizioni della pista mettono in difficoltà chiunque. Tutti, ma non loro, ovviamente.
E così Hamilton fa il tempo nelle libere in Ungheria con le hard, causando travasi di bile alla concorrenza, che ci prova pure a fare reclami. Ma in Mercedes sono furbi come dei volponi, e alla fine la sfangano sempre. Il DAS è illegale? Non per questa stagione, e sono dolori per gli altri, perché ci vuole tempo - e denaro - per sviluppare un sistema analogo, e non ne vale la pena, visto che tra qualche mese non sarà più sfruttabile. E loro intanto godono come dei ricci.
Ma, peggio di ogni altra cosa, il pupillo della Mercedes, Lewis Hamilton, è pronto a prendersi i record di Michael Schumacher. È lesa maestà nei confronti del Kaiser, inaccettabile per chi ama la Ferrari, vive per la Rossa. L’eroe dei sette titoli mondiali, di un’epoca di successi sempre più lontana, non può essere battuto dalla corazzata tedesca e dall’odiatissimo Hamilton, il secchionazzo della Mercedes, che arriva svogliato ad inizio anno e fa illudere di essere fuori forma, per poi darle di santa ragione a tutti, sempre.
Mentre il Cavallino annaspa, la rabbia ribolle. Non potrebbe essere altrimenti: e allora si scatena una guerra fredda fatta di sospetti, dichiarazioni al vetriolo e possibili complotti. Trame degne di una telenovela, in cui la Mercedes è la supercattiva che le prova tutte, tesse tele in cui le rivali si invischiano, fa incazzare. E, come nelle migliori soap opera sudamericane, arriva pure l’assurdo: il clone Racing Point RP20, spiccicato alla Mercedes W10 del 2019. Ma davanti c’è sempre lei, l’odiosa, perfetta, spocchiosa, teutonica Mercedes. E agli altri restano solo le briciole.