Non era ancora arrivato a Maranello, Carlos Sainz, e già la fama del "Barrichello", il secondo pilota da affiancare al predestinato Charles Leclerc, lo inseguiva. Tutti convinti che la scuderia italiana avesse scelto lui, e non Daniel Ricciardo, perché il ruolo dello spagnolo doveva essere quello dello scudiero.
Ma Mattia Binotto aveva anticipato una caratteristica del figlio d'arte già evidentissima negli anni in McLaren che, in questa sua prima stagione in rosso, è stata fondamentale per ottenere il terzo posto nel mondiale costruttori: la costanza. Carlos Sainz è un pilota solido, oltre che velocissimo e capace, e sulla lunga distanza la solidità premia più del talento puro. Proprio per questo, un po' a sorpresa, lo spagnolo ha ottenuto il quinto posto nel mondiale piloti, il primo degli "altri", tolti quindi i quattro piloti dei due top team, Red Bull e Mercedes.
Sembravano giocarsela Charles Leclerc e Lando Norris, le due punte delle rispettive scuderie, e le speranze su Carlos erano poche: battere Leclerc? Impossibile. Cercare di fare bene alla prima stagione in Ferrari? Neanche a pensarci.
E invece Carlos Sainz si è costruito una stagione perfetta lavorando sodo, tenendosi sempre lontano dai guai e cercando di tirare fuori il meglio da ogni occasione. E' vero, quella appena conclusa ad Abu Dhabi è stata la stagione più difficile e sfortunata del monegasco, costretto al ritiro a Monaco per un problema alla sua monoposto, dopo la pole position del sabato, poi buttato fuori al via da Lance Stroll in Unghiera, e per tutto l'anno vittima degli eventi, degli errori della squadra, dei problemi che - come una nuvola di Fantozzi - lo hanno inseguito ovunque.
Ma è anche vero che le classifiche si scrivono sommando ogni punto e la costanza è tutto in una maratona di 22 gare.
Sorprende e incanta quindi Carlos, con il fare da bravo ragazzo e la parlantina spagnola. Sconvolge perché non è Leclerc, precocissimo e rabbioso, come un vero pilota, e non è Norris, fuori dagli schemi e indimenticabile. Non è stato esaltato dalla stampa, mai, neanche quella spagnola che gli ha sempre preferito il più irriverente Alonso. Amato dai tifosi italiani non ha fatto però perdere la testa a tutti come il Leclerc degli esordi e il suo essere figlio d’arte, con il padre Carlos Senior campione di rally e tre volte trionfatore della Dakar, non ha certo aiutato.
Eppure, lavorando duramente lontano dai riflettori, Carlos ce l’ha fatta. Ha battuto Lando, suo ex compagno di squadra in McLaren, e ha battuto Charles, che sembrava imbattibile. Facendo della solidità la sua caratteristica più grande.
Resta però un dubbio oggi, guardando al 2022 in casa Ferrari: la solidità della lunga distanza può funzione quando ogni gara è un sprint da centometrista? Se la Rossa, così come tutti i tifosi e gli addetti ai lavori si augurano, lotterà il prossimo anno per il titolo mondiale, Carlos riuscirà a primeggiare anche in quella che è, da sempre, la specialità di Charles? Sarà aggressivo, pronto a prendersi dei rischi e a fare delle magie che valgono la pole, la vittoria, il titolo?
E, dall'altra parte, il monegasco imparerà finalmente a dosare rischi e occasioni per non perdere l'occasione della sua carriera? Se le promesse di Maranello verranno mantenute lo scopriremo a partire dal prossimo marzo. Ma nel frattempo Carlos Sainz si può godere il suo meritatissimo quinto posto nella classifica piloti.