Questa volta ci ha avvisati Facebook con un ricordo: è passato un anno da quando Marc Marquez, ancora sul letto d’ospedale, ringraziava il Dr. Xavier Mir e la sua equipe medica per lo straordinario lavoro svolto sulla sua spalla.
Tuttavia Marc di questi anniversari ne può contare diversi. Nel 2013 cade durante il warm-up a Silverstone rischiando di travolgere i marshall -che stavano recuperando la moto di Cal Crutchlow, caduto pochi istanti prima - e al centro medico gli dicono che c’è una lussazione della spalla destra. La fa sistemare, corre e chiude secondo.
Poi nel 2016, dopo una caduta nelle FP3 del Gran Premio d’Austria al Red Bull Ring, rimedia un’altra dislocazione della spalla che però sistema da solo in motorino, mentre rientra ai box. Qualcosa di simile succede nel 2018, quando a Motegi vince il settimo mondiale della sua carriera. Questa volta è Scott Redding che, nel congratularsi, gli rimedia un’altra sublussazione. Saranno Alex e Julià (il fratello e il padre di Marc) a rimettergliela in sede a bordo pista. Anche a Valencia, sempre nel 2018, cade e -ancora una volta- si sistema da solo la spalla. A questo punto l’intervento chirurgico alla spalla sinistra diventa necessario: Marc passa l’inverno in riabilitazione e, una volta tornato nel pieno della forma, dichiara di aver fatto il possibile per non farlo sapere agli avversari.
Arriva così al 2019, l’anno dell’ottavo titolo, ma questa volta è la spalla destra a trovarsi in pessime condizioni. Verso la fine della stagione ogni caduta significa una sublussazione, cosa che accade anche durante i test di Jerez a fine campionato. Marc parla coi medici e decide di rinunciare alle vacanze per sottoporsi ad un altro intervento chirurgico.
Oggi, da quel giorno, è passato un anno.
Segue la lunga riabilitazione invernale con le moto smontate nel garage e i primi dubbi durante i test in Malesia, in cui dichiara di non essersi perfettamente ripreso. A pochi giorni dall’inizio del motomondiale in Qatar scoppia il coronavirus, le gare della MotoGP vengono annullate e c’è chi dice che fosse stata una scelta di Dorna per dare più tempo di recupero al fenomeno di Cervera.
Il resto è storia recente: al rientro in pista Marquez riparte da dove aveva lasciato nel 2019, ovvero dominando nei turni di prova e partendo fortissimo in gara. Poi la caduta, il salvataggio ed il recupero. Quando cade per una seconda volta, nella stessa curva 5 che ha posto fine alla carriera di Mick Doohan, si parla di rottura dell’omero. L'equipe del Dr. Mir si impegna nell'ennesima operazione, che viene fatta in fretta e furia per permettere a Marc di tornare in pista la settimana seguente. Una pessima idea che Marc Marquez pagherà con una seconda sessione sotto ai ferri dalla quale sta ancora tentando di riprendersi.
Oggi, a un anno da quel primo intervento alla spalla destra, si parla di una terza operazione al braccio, per la quale potrebbe rivelarsi necessario addirittura un trapianto osseo. Se così fosse, la posibilità di vedere il 93 al via in Qatar sarebbero prossime allo zero.