Marco Melandri è uno dei piloti più influenti degli ultimi vent’anni. Ha vinto un mondiale in classe 250, ha corso con i più forti di sempre in MotoGP ed è l’italiano che ha collezionato più vittorie nel Mondiale Superbike. Dal 2020 Marco commenta le gare della classe regina su DAZN, raccontando la guida dei piloti, i loro pensieri e lo sforzo tecnico e strategico da parte delle squadre. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Marco sul motomondiale: ecco l’intervista in esclusiva per Men on Wheels.
Quest’anno hai seguito il commento tecnico della MotoGP per DAZN, raccontando il punto di vista del pilota con un taglio inedito. È stato bello seguirti.
"Grazie, non è facile ma ci proviamo. Soprattutto cerchiamo di goderci le gare in generale".
Vedendo tutti questi infortuni viene da chiedersi se i piloti siano assicurati. Come viene gestito questo aspetto?
"Certo, ad oggi tutti hanno l’assicurazione, perché se sei in giro per il mondo… fortunatamente da qualche anno l’assicurazione della Federazione (la FIM, ndr.) ti copre almeno le spese mediche. Ed è da qualche anno che la Dorna obbliga i team a farla, perché tanti piloti si sono trovati in giro per il mondo e a causa di problemi assicurativi non potevano né essere curati né tantomeno tornare a casa. Tutti in MotoGP hanno sempre speso tanto per l’assicurazione".
Per esempio quanto?
"Eh, dipende. Si andava dai quindici ai trentamila euro a stagione".
Pensavo peggio.
"Si, ma tieni conto che io non ho mai preso una lira, anche quando mi son fatto male".
Ti chiedo questo pensando a Marquez, sembrava addirittura che la famiglia potesse denunciare il Dr. Mir. Come pensi che rientrerà dopo la terza operazione?
“Per lui questa sarà la gara più dura. Perché secondo me l’errore che è stato fatto da subito è stato quello di non appoggiarsi ad un équipe specializzata. Io il dottor Mir lo conosco, mi operò agli avambracci per sindrome compartimentale nel 2004. Sicuramente è bravissimo, però per un infortunio del genere non puoi andare da uno che fa il medico in pista, un chirurgo che fa anche piedi e mani. Fa il chirurgo in generale, opera tutto, dalle articolazioni alle ossa… Marquez doveva andare da uno specialista, in Italia per esempio c’è il dottor Giuseppe Porcellini che fa solo spalle e gomiti, punto.
Quando mi operai per la prima volta alla spalla, nel 2001, mi aiutò il dottor Costa. La sua forza è che organizza tutto, ma lui non ha mai operato. Però ti cerca lo specialista, l’equipe medica giusta. Nel caso di Marquez serviva anche un neurologo durante l’intervento. Uno come Marc non può lasciare nulla al caso, e invece...”.
Forse l’ha presa un po’ sottogamba anche lui.
“Si, gli hanno detto “una placca e due viti e sei a posto”, invece no. Per esempio il Dr. Costa da subito consigliò un perno poi, secondo alcuni ortopedici, pare che abbiano messo una placca che non era nemmeno per le braccia, ma non so se sia vero, mi sembra un po' una follia”.
Pensi che possa tornare il Marquez che conosciamo?
“È molto difficile. Da una parte ha la voglia, la determinazione di farlo ancora più di prima, dall’altra ti dico che è molto difficile. Ha passato un anno senza sforare la moto e se dovesse riuscire a rientrare non tornerebbe certo in una condizione ottimale. Poi con la MotoGP di oggi si va in moto pochissimo, quasi mai. E c’è bisogno di farlo per tornare competitivi”.
Impossibile allenarsi con moto di serie?
“No, non sono neanche parenti. Una moto stradale non è nemmeno parente con una Superbike, figurati che differenza c’è con una MotoGP”.
All’inizio dell’anno scorso avevi detto che Suzuki sarebbe stata la sorpresa del 2020. A questo punto ti chiedo un pronostico per il prossimo anno. Vedi bene Oliveira?
Si, io per il mondiale non escluderei Miguel. Perché secondo me lui oltre ad essere fortissimo ha un’intelligenza che hanno davvero in pochi in griglia. Forse solo Mir e Morbidelli sono così a posto a livello mentale. E soprattutto vedo la KTM in crescita, pare che il progetto sia abbastanza diverso dagli altri ed anche la libertà che hanno avuto nello sviluppare la moto gli ha aiutati. Secondo me Oliveira è davvero molto forte".
Più di Brad Binder?
“Binder ha tanto cuore, invece Oliveira avrà un po’ meno talento però è più completo, anche più costruito. Sembra molto metodico, ha sempre chiaro quello che deve fare. Binder a volte si lascia trasportare, è bellissimo da vedere in televisione, però è ancora incompleto”.
Valentino andrà in Petronas il prossimo anno e già si parla di un cambio di passo per lui, non avrà più la sua indipendenza. Pensi che possa fargli bene un cambio simile?
Mah, non lo so. È questa la fine che i tifosi volevano per Valentino? È una domanda che faccio io a voi, ma secondo me no. Sicuramente può fare delle belle gare. Cambiare potrebbe fargli bene, ma si ritroverà nella situazione di un pilota normale, non ha più il coltello dalla parte del manico.
Gli hanno già messo dei paletti su diversi aspetti che era abituato a gestire, quindi se dovesse andare tutto bene sarà un’ottima cosa, ma se dovesse andare male sarebbe davvero dura. Si troverebbe a scontrarsi con una realtà che non conosce, a cui non è abituato”.
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