Due piloti inglesi. Uno è classe 1985, si chiama Lewis Hamilton e ha appena conquistato il settimo titolo da campione del mondo di Formula 1. L'altro si chiama George Russell, ha appena 22 anni e corre nelle retrovie della classe regina. Dovrebbe stare più avanti, lo pensano tutti, ma la vittoria del mondiale di F2 non gli ha comunque permesso di trovare una monoposto più prestazionale della Williams per approdare in F1.
Nel suo destino però c'è la Mercedes. Lui con la scuderia tedesca c'è cresciuto, coccolato nella speranza di poter un giorno diventare un pilota di punta della monoposto più invidiata del paddock, proprio come il suo idolo: Lewis Hamilton.
Destini incrociati, i loro, in questo weekend del Bahrain. In molti in questi mesi hanno criticato la scelta di Mercedes, che ha preferito rinnovare il contratto di Bottas - fedele scudiero di Hamilton - piuttosto che puntare sulla meglio gioventù della griglia e dare una possibilità a Russell. Forse proprio Lewis in questo ha giocato un ruolo fondamentale, lui che dal dopo-Rosberg non ha più voluto compagni di squadra che potessero dargli fastidio.
Ed è in momenti come questo che il destino si mette di traverso. Lewis prende il Covid, un disagio che non può scalfire la sua stagione perfetta, con titolo mondiale costruttori e piloti già ampiamente portato a casa, ma la notizia, per uno come Russell, può trasformarsi nell'occasione della vita.
Williams cede il pilotino d'oro alla casa tedesca e George si veste di nero, salendo quasi incredulo sul gioiello del Re della Formula 1. "Quindi questo è il DAS?" chiede agli ingegneri guardando il rivoluzionario volante mobile ideato dai tedeschi, e viene voglia di abbracciarlo, sperando che si giochi bene questa occasione, e che dimostri a tutti il potenziale che conosciamo.
Ma alla fine George Russell è solo un ragazzo, di 22 anni, che si ritrova a prendere il sedile di quello che era (ed è tutt'ora) il suo idolo. L'inglesino ha sempre avuto una grande ammirazione per Lewis Hamilton, tanto che possiamo vederli insieme in questa fotografia risalente agli anni di Lewis in McLaren.
Il britannico sta parlando con dei suoi tifosi e alle sue spalle sopraggiunge un ragazzino, gli occhi che sono un misto di ammirazione e agitazione, in mano tiene due libri dedicati al campione. Vuole un autografo dal suo mito, magari qualche consiglio per fare bene nei kart, un incoraggiamento per arrivare in Formula 1.
E chissà se riesce a rendersene conto oggi, quel bambino, che prenderà il posto di Lewis Hamilton sulla monoposto più invidiata del mondo. Che ci è riuscito, ad arrivare lì, davanti a tutti.
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