I piloti sono capaci di tutto. Lo ha sempre detto il dottor Claudio Marcello Costa, che per decenni è stato l’angelo custode dei protagonisti del motorsport su due ruote, e lo sostiene, ora, anche il dottor Angel Villamor, specialista spagnolo intervistato dalla testata AS. Per il noto traumatologo, direttore medico della clinica IQtra Medicina Avanzada, nonché delegato medico spagnolo nella Federazione internazionale di motociclismo, il cabroncito potrebbe essere addirittura al via del prossimo mondiale: il 28 marzo in Qatar.
“L'omero di Marc era già in pseudoartrosi – ha affermato Villamor - perché non si era consolidato da più di tre mesi e bisognava fare qualcosa. So che hanno cercato di stimolare l'attività riparativa con onde d'urto, ma anche questo tentativo non è andato a buon fine. L’intervento chirurgico era necessario”. Un parere autorevole, quello di Villamor, anche perché secondo alcuni media spagnoli è stato uno degli ultimi medici consultati da Marc Marquez prima del ricovero nella clinica di Madrid in cui è poi stato operato. “Se tutto va bene – ha poi proseguito il traumatologo spagnolo - in circa due mesi si potrebbe riformare il callo osseo e Marquez potrebbe fare affidamento sull'omero per avviare una attività fisica. Potrebbe essere in grado di raggiungere l'inizio della prossima stagione in Qatar. Ma quando un osso ha una pseudoartrosi e deve subire un intervento come questo, c'è più probabilità che i tempi si ritardino rispetto a una frattura nuova e recente”.
Angel Villamor, quindi, sottolinea che Marquez potrebbe potenzialmente essere al via della prossima stagione il 28 marzo, ma precisa anche che questa ipotesi è solo ragionando in termini di massimo ottimismo, perché molto rischiosa. “Una pseudoartrosi dell'omero – ha concluso - se viene trattata con tecniche convenzionali di una semplice placca può rallentare la formazione del callo osseo, ma in linea di principio, se le cose sono state fatte bene e con la tecnica esaustiva che è stata utilizzata in innesto osseo e, soprattutto, innesto osseo vascolarizzato, con un proprio vaso sanguigno che si collega ad un'arteria vicina, la normalità è che i termini si accorciano. Per un paziente normale, di solito, si agisce diversamente a come è stato fatto con Marc ed è più probabile che ci vogliano cinque o sei mesi. Tuttavia, qui è stata utilizzata una tecnica molto raffinata, quindi posiamo essere più ottimisti. Ma non sono in disaccordo con chi pensa che potrebbe volerci un tempo non sufficiente a garantire la presenza di Marquez al via del prossimo mondiale, anche perché i fattori in campo sono comunque molti”.
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