Epic fail sul podio dell’Angel Nieto Circuit per Celestino Vietti. Il pilota dello Sky Racing Team al termine di una gara interpretata al meglio è riuscito a passare sotto alla bandiera scacchi dietro solo a Tatsu Suzuki e John McPhee. Ma la sua impresa ha rischiato di passare in secondo piano rispetto alla sventura che gli è capitata quando, nel tentativo di stappare la bottiglia in omaggio a Lando Norris e Luca Marini, si è letteralmente spaccato una mano. “Perché essere felici, quando si può essere tristi?” – E’ stato il commento di Mattia Pasini ai microfoni di Sky. Anche perché quella di oggi per Vietti è stata la prima vera bottiglia, visto che nelle occasioni precedenti in cui è finito sul podio era ancora minorenne. Un episodio che, comunque, non toglie nulla alla gara condotta da Vietti, bravo a recuperare dopo una partenza non proprio felice e poi a stare con il gruppo fino alle ultime curve, quando ha affondato i sorpassi giusti senza strafare. “Dopo domenica scorsa – ha detto – questo podio ci voleva proprio”. Poi di corsa alla clinica mobile, dove il dottor Michele Zasa ha curato lamano ferita. Tre i tagli, di cui due un pochino più profondi che hanno reso necessaria l’applicazione di qualche punto di sutura. Nulla, comunque, che potrà compromettere i prossimi gran premi e quindi le ambizioni mondiali di Vietti.
Che vittoria per Suzuki e il team SIC58!
A proposito di Mondiale, con la gara di oggi niente appare più scontato, visto che Albert Arenas è incappato in una brutta caduta (per lui niente di rotto) e che Tatsu Suzuki del Team SIC58, protagonista di una vittoria strepitosa, gli si è portato a soli sei punti. 50 contro 44. “E’ questo il pilota che voglio – ha dichiarato Paolo Simoncelli – è questo l’atteggiamento che va tenuto in gara”. Uno sfogo che ha il sapore della liberazione, dopo quanto svelato questa mattina dallo stesso Paolo: “Domenica scorsa con Tatsu mi sono incazzato di brutto. Mi ha fatto veramente arrabbiare per come aveva buttato via una corsa che lo aveva visto partire in pole. Sono stato molto duro con lui, ma questo è lo stesso approccio che avevo con mio figlio Marco: prima sfuriata e poi abbraccio”. Un metodo che a quanto pare ha portato i dovuti risultati, visto che Suzuki non ha mollato nulla, partendo in testa e rispondendo di prepotenza a ogni tentativo degli avversari. Su tutti Gabriel Rodrigo. “Questa volta è stato corretto –ha commentato Suzuki – Abbiamo battagliato alla grande, ma restando sempre puliti. Mi sono divertito a giocarmela con lui”. Quanto alla vittoria, poi, il 24 della Moto3 ha lasciato trasparire la sua emozione, in barba ai costumi giapponesi: “Durante la quarantena – ha raccontato – ho perso mia nonna. Ecco perché questa vittoria è una gioia quasi superiore a quella di Misano. Sul podio, sentendo l’inno giapponese, è a lei che è andato il mio pensiero ed è a lei che dedico questa vittoria”.