La "esse" finale di Assen è un tratto mitico, per i piloti e per qualsiasi amante del motociclismo. Un destra-sinistra stretto, per certi versi tortuoso - ad imbuto - con un sola, vera, traiettoria percorribile. Nella chicane finale di Assen non possono transitare due moto appaiate, perché non c'è spazio. La chicane finale di Assen, che ti arriva in faccia dopo un bel curvone a sinistra in appoggio, è un ostacolo da scavalcare con un passo di danza. Un cambio di direzione in cui sono richieste delicatezza e fluidità; dove bisogna essere vellutati, ma anche precisi. Come tutti i tratti mitici che precedono il traguardo, la "esse" conclusiva di Assen - curve 16 e 17 di una pista il cui ultimo settore resta invariato dagli anni '80 - ha generato nel corso del tempo scontri, contatti, battaglie, polemiche, incomprensioni che sono diventati affari di stato. Basti pensare all'ultimo giro di Assen 2006, con Nicky Hayden che vinse e Colin Edwards che, in un disperato tentativo di attacco, venne sbalzato dalla sua Yamaha Camel. Oppure, prima di arrivare al fatidico clash del 2015 tra Valentino Rossi e Marc Marquez, si può fare un salto nel 1998, quando Pierfrancesco Chili e Carl Fogarty si resero protagonisti di un duello che decise il destino di quel Mondiale SBK. Scene che con il contatto tra Luca Marini ed Enea Bastianini per l'ottiva posizione della Sprint Race del GP d'Olanda 2023, hanno ben poco a che vedere.
Lo specifichiamo perché, negli ultimi giorni, i canali social ufficiali della MotoGP hanno voluto a tutti i costi sovrapporre - mettere in comparison, come direbbero quelli bravi - la manovra di Valentino Rossi, in risposta all'attacco di Marc Marquez di Assen 2015, con quella di Luca Marini, che nella Sprint Race di Assen 2023 ha provato a difendersi dall'assalto finale di Enea Bastianini. I due episodi, però, hanno solamente un fattore in comune: all'ultimo giro Valentino e Luca, fratelli di Tavullia, escono dai limiti della pista, tagliando più o meno nello stesso punto la seconda parte della "esse". Tutto il resto è diverso, incomparabile, a partire dalla dinamica dei contatti. Nel 2015, infatti, Marc Marquez colpisce con la ruota anteriore della sua Honda il gomito di Valentino, segno che il 93 è dietro rispetto al 46 all'ingresso della chicane. Enea Bastianini e Luca Marini nel 2023, invece, viaggiono appaiati nella fase di frenata che precede la chicane (questo dettaglio si nota meglio dalla prospettiva on board del numero 10). Marini, poi, al momento di inserire la Ducati in curva è costretto ad andare "lungo" e a tagliare la "esse", perché, come anticipavamo, la carreggiata di Assen in quel punto è troppo stretta per consentire il passaggio a due MotoGP. Bastianini però - a differenza di Marquez - è all'interno ed è affiancato all'avversario e, quindi, ha anche il diritto di traiettoria.
Un'ulteriore differenza va ricercata nelle conseguenze disciplinari scaturite dalle due manovre: nel 2015 Rossi vince davanti a Marquez senza subire penalità, nel 2023 Marini taglia il traguardo davanti a Bastianini, ma Luca deve automaticamente cedere l'ottava posizione ad Enea. La motivazione principale risiede nella valutazione dei commissari dello Steward Panel, secondo cui Valentino vìola i limiti della pista perché forzato da Marc, mentre Luca eccede i track limits nell'estremo tentativo di resistere all'esterno e difendere la sua posizione. In poche parole il fatto che Bastianini - con un eventuale attacco sconsiderato - costringa Luca ad uscire di pista, è tesi quantomeno discutibile, molto meno evidente rispetto a quanto accaduto nel 2015, quando all'esterno della "esse" finale di Assen c'era la ghiaia. Rossi, quindi, in quell'occasione si prese un grande rischio ad uscire di pista (il 46, allora, galleggiò sui sassolini olandesi sollevando astutamente e con notevole reattività l'anteriore della sua Yamaha). Lo stesso non si può dire di Marini, che ha tagliato la chicane calpestando solo asfalto.
Infine, scontato sottolinearlo, ma l'intensità dei risvolti mediatici generati dai due contatti non è paragonabile. Rossi-Marquez, Assen 2015, mise la parola "fine" alle cordialità tra i due, che da quel momento cominciarono a mostrare le proprie insofferenze anche in pubblico. Rossi-Marquez, Assen 2015, fu un ultimo giro - un'ultima "esse" - che cambiò la storia del Motomondiale e dello Sport, visto ciò che accadde poi nel finale di quella stagione. La conferenza stampa post-gara del Gran Premio d'Olanda di otto anni fa fu bollente, un antipasto della più celebre press conference di Sepang 2015. Marquez disse: "Da Valentino si impara sempre, oggi ho solo imparato a fare un pò di motocross con la MotoGP. Mi servirà per il futuro, in cui dovranno essere concesse molte più cose visti i precedenti creati da Valentino. Riguardo al contatto, ricordo che ero io all'interno, quindi forse ho ragione". Rossi rispose: "Non c'è bisogno di guardare al futuro, basta tornare alla manovra di Marc di Laguna Seca 2013 per convincersi che il metro di giudizio sia univoco. Ricordo che io ero davanti, quindi forse ho ragione". Bastianini-Marini, Assen 2023, ha determinato una lieve scaramuccia tra due piloti che per la seconda volta in stagione, dopo la collisione di Portimao, hanno avuto traiettorie convergenti e opinioni divergenti. Idee diverse, espresse davanti ai microfoni con toni misurati e risolutezza, che probabilmente resteranno tali, ma senza chissà quale strascico. Perché alla fine la posta in palio era un ottava posizione nella Sprint Race.
Quindi no, cara MotoGP, non c'è bisogno di fare paragoni, comparison e confronti a tutti i costi, anche quando non sussistono. Solo perché di mezzo ci sono due fratelli e la stessa chicane. Si tratta di contenuti che attirano like, interazioni e litigate tra i commenti - va bene - ma mettono in ingiustificato imbarazzo i diretti interessati. Bastianini e Marini, che evitano di paragonarsi a Marquez e Rossi, e che non hanno mai, nemmeno per sbaglio, chiamato in causa Assen 2015. Perché ogni episodio - direbbero quelli bravi - ha la sua storia. I suoi protagonisti. Il suo sipario.