È il sabato sera del GP d’Italia al Mugello, il paddock è piuttosto agitato per la finale di Champions League. Il primo tema: dove guardare la partita. Il secondo: chi vince. Con queste premesse siamo finiti nell’unico posto veramente adatto per una cosa del genere per chi il calcio lo conosce poco, ovvero nell’hospitality di Severino, l’unico vero ristorante per chi vive nel paddock: ci vanno piloti, giornalisti, fotografi e visitatori, trovandoci la cucina romagnola e qualche piccola variazione sul tema. Siamo seduti ad un tavolo a parlare di corse quando arriva, a un minuto dal fischio d’inizio, Andrea Migno con fidanzata al seguito. “Devi intervistare lei”, dice un Mauro Sanchini. “Vedrai appena parte… un po’ di aggressività, un po’ di drammaticità: guarda che è brava, è un’attrice”. È un bel momento, il sabato sera al Mugello. Andrea ha un casco speciale e tutta la sua attenzione è concentrata sul grosso televisore mentre un cameriere urla “forza Man-ches-ter” davanti ad una schiera di tifosi interisti. Lei si chiama Fiammetta, della partita le importa pochissimo e così accendiamo il registratore mentre ci chiede come funzionano queste interviste. Ha un leggero accento tra il marchigiano e il romagnolo, sorride. È decisamente divertita.
Partiamo dalle cose facili: quanti anni hai? Studi cinema a Roma?
“Oh, non si chiede l’età a una ragazza sai? però dai, in effetti è un’intervista, quindi… ho 22 anni e sì, studio cinema, mi piace da morire”.
Perché hai scelto il cinema?
“Perché mia mamma ha studiato teatro a Parigi, la scuola di Charles Lecoq. Da quando sono piccola sono sempre stata un po’ avvolta da questa bolla, così quando ho finito le superiori ho pensato che non mi ero mai vista in qualcosa di diverso rispetto a questo. All’inizio sono andata a studiare a Bologna”.
Al DAMS?
“No, era proprio una scuola di recitazione, ma solo una volta alla settimana. Per farlo seriamente però devi stare a Roma, studiare lì. Io abito a Tavullia, Andrea è di Saludecio ed abitavamo insieme, ora stiamo più separati. La cosa bella davvero è che se fai l’attore devi lavorare su te stesso, così da quando ho cominciato ho conosciuto un sacco di miei lati nascosti: diventi più consapevole”.
Se pensi al cinema che film ti vengono in mente?
Interviene Rosario Triolo, seduto a fianco: “Tre Metri Sopra al Cielo”.
Fiammetta: “Beh, non è proprio il mio preferito, però è sicuramente nella mia top cinque”.
E il tuo preferito, quello che riguardi più volentieri?
“Ah, il mio preferito è Troy”.
Ma è una trashata, dai!
“Ma sì, non è un filmone! Però è da quando sono piccola che lo guardo e ci sono affezionata. Un altro che mi piace tantissimo, più recente, è The Whale: bellissimo. Poi a me fa impazzire Alessandro Borghi”.
Quello del cinema dev’essere un ambiente duro, competitivo almeno quanto quello delle corse. Percepisci questa cosa?
“Ogni giorno. Non è semplice, ma è lo stesso per Andrea. Per me ancora di più, perché sto ancora studiando e non ho nemmeno iniziato. Andrea magari l’ha fatto e cerca di andare avanti, questo è il suo. Io sono alle prime armi e cerco di farcela da sola ma è tosta perché tutti vogliono essere attori”.
Perché dovresti farcela tu al posto di un altro?
“Ho una grande sensibilità e una grande empatia”.
Sei cattiva?
“Anche, a volte molto".
Come vi siete conosciuti tu e Andrea?
“Ah, è stato bellissimo! avevo diciott’anni, stavo facendo la mia prima stagione Da Rossi, che ora si chiama Osteria Tavullia. Io lavoravo lì e così ho conosciuto Pamela che è la moglie di Uccio (Alessio Salucci, ndr) e siamo diventate amiche, finché una volta mi ha invitata al suo matrimonio. Due giorni prima al Lamparino, che è un posto sul mare a Cattolica, avevo conosciuto Andrea, però all’inizio… Ha avuto una maniera, una pazienza con me che ancora mi impressiona. Ecco, lui è meno cattivo di me”.
Quindi Andrea Migno è un uomo paziente?
“Molto. Cerca sempre di vedere un po’ il buono e ha più giudizio di me, che sono più istintiva. Lui ha una grande razionalità: pensa, pensa, pensa…"
Andrea nel paddock è quello che scherza, che fa la battuta, che si inventa la situazione: fa così anche con te?
“Sempre, quello è proprio lui! Poi oh, il problema è che a volte fa battute che non fanno ridere e tu ci rimani un po’ lì, anche se alla fine ridi lo stesso. Ora faccio fatica a fare un esempio perché è un continuo, ma non sono battute da comico…sono battute da Andrea ecco, non so mica come spiegartelo”.
Quando ha chiamato la moto Elodie per esempio tu come l’hai presa?
“Ecco, quella roba mi fa ridere! Però io sinceramente gli ho detto: ‘Andre, io non mi incazzo, ma tra tutte le cose che potevi fare proprio questa? Daaai!’. A lui piace fare ste cose, poi non c’è malizia, ci rido anche io… e comunque oh, Elodie è una gran donna”.
L’Andrea Migno pilota quanto è diverso dal ragazzo che conosci?
“È un’altra persona, infatti cerco di venire il meno possibile a vederlo: è come se tu fai il tuo lavoro e viene tua morosa che sta lì a guardarti. No, non è giusto, questa è una cosa sua. Poi io lo tifo e lo tiferò sempre, ma cerco di non stare troppo intorno a rompere le scatole. Anche perché certe cose non possiamo capirle da fuori, io alla fine posso cercare di tirarlo su quando è triste”.
E quando fa bene?
“Ah, a lui piace festeggiare a casa con una cena in Romagna, cose così: viene sempre una cosa bellissima, stai bene. Voglio dire un’altra cosa da morosa, una mia opinione: Andre fa questa Moto3 da un sacco di tempo. La gente che non gli è accanto magari le cose non le sa, gli dice che ha 27 anni, che è tardi… Ma lui è un pilota, è un grande sportivo. E si è visto anche col podio in Argentina: non ha fatto test, non ha fatto gare… è arrivato e ha fatto vedere che è un pilota capace. Non è che se arriva sedicesimo in questa cavolo di Moto3 non è buono. Andrea in Moto2 volerebbe, il problema è che lui continua a fare queste sostituzioni. Poi magari non andrebbe in MotoGP, ma non è detto che non possa prendere una Moto2 e fare un anno della Madonna. Andrea è una persona semplice e vera. Nonostante sia un pilota Moto3 ha un sacco di persone che gli vogliono bene, che credono in lui e cercano di metterlo nella condizione giusta”.
Dategli una chance?
“No, dategli una moto! Ma non una motina da Moto3, perché lui non è più questo. Lui deve fare la Moto2”.
Ti sei fatta dare le battute da lui per imparare un copione?
“Ma certo, ed è veramente bravo! E poi se gli chiedi di fare la voce di qualcuno che conosce bene te la fa perfetta, da morire dal ridere. Magari vado da lui e gli dico ‘amo, c’ho questa scena da fare… dimmi cosa ne pensi, però dammi le battute’. E lui è proprio perfetto, anche se veramente tosto con le critiche”.
Del tipo?
“Ah, non perdona, però ha quasi sempre ragione”.
Chiudiamo con la domanda standard delle interviste importanti su MOW: l’ultima volta che avete fatto l’amore?
“Ieri sera”.
Voto?
“Die-ci. Ero così contenta che ho anche chiamato una mia amica per dirglielo”.