La morte di Hugo Millán, quattordicenne impegnato nella European Talent Cup del CEV, ha scosso il mondo del motociclismo. Perché era giovane, aveva talento e - soprattutto - l'incidente non si è potuto evitare. La memoria degli appassionati non ha dovuto lavorare molto per tornare alla tappa del Mugello per la MotoGP, quando Jason Dupasquier ha perso la vita durante le qualifiche del Gran Premio di Moto3. Ad accomunare i due giovani piloti è stata la dinamica, feroce in quanto imprevedibile: il pilota cade, investito dalle moto che seguono e che non riescono ad evitarlo. Una tragedia che,riporta all’incidente di Marco Simoncelli in Malesia, quel 23 ottobre del 2011. Paolo Simoncelli, che schiera quattro piloti al CEV (Corey Tinker nella ETC, José Julian Garcia, Harrison Voight e Senna Agius nella Junior Moto3) ha voluto - come sempre in prima persona - fare una riflessione sull’incidente.
“Corriamo in piste con ampi spazi di fuga e centinaia di precauzioni - ha scritto Paolo sul sito della Sic58 SquadraCorse - con postazioni mediche sparse in ogni dove ma ancora oggi, il più classico degli incidenti, dove ti investono i tuoi compagni, che è quello che è successo domenica a Hugo Millan non si riesce ad evitare. Allora forse, é giunto il momento di fermarci un attimo a chiedersi cosa possiamo, cosa dobbiamo ancora migliorare affinché nulla rimanga lasciato al caso. La categoria ETC, ha un seguito esagerato in Spagna, ogni appuntamento conta numerosissimi iscritti, si fanno le qualifiche per fare la griglia di partenza. Un’ idea può essere di fare almeno due gare così da abbassare il numero di partecipanti. Bisognerebbe valutare un’ alternativa per non chiederci un giorno, nella felicità di una vita salvata se a quella soluzione non fossimo potuti arrivare prima”.
Poi continua: “Qualche settimana fa Voight si è rotto la gamba in più punti in un incidente simile a quello di Hugo Millan. Voight è stato miracolato, Millan ha pagato con gli interessi. Speriamo sempre che non succeda mai, perché sappiamo che in fondo questo sport é anche vita e la passione prevale su tutto, non si può fermare l’ inarrestabile… ma ogni tanto veniamo richiamati alla realtà e paradossalmente ci viene ricordato che il destino esiste”.