Sete Gibernau. Dodici stagioni nel Motomondiale, se non si considera la recente esperienza in MotoE. Due volte vicecampione del mondo MotoGP, ai tempi in cui il catalano correva con la Honda Movistar del Team Gresini e si trovava a fare i conti, ogni benedetta domenica, con Valentino Rossi. Battaglie celebri e iconiche come quella di Jerez 2005, decisasi con un contatto all'ultima curva. All'ultimo respiro però, tra Valentino e Sete, ci sono stati tanti altri bei duelli: Sachsenring e Le Mans 2003, Assen, Mugello e Phillip Island 2004. Sfide mediatiche; come quando Sete in Qatar accusò il team Yamaha di aver pulito irrregolarmente la casella di partenza del Dottore la notte prima della gara. Il 46 fu costretto a partire dal fondo e, nel tentativo di rimonta, cadde fratturandosi il polso. "Gibernau non vincerà più una gara" - profetizzò Valentino, che mantenne la promessa. Tra Losail 2004 ed Jerez 2005 la rivalità raggiunse l'apice, per poi spegnersi sportivamente dopo il ritiro di Sete nel 2009, con i due che si sono sempre molto rispettati nelle successive dichiarazioni pubbliche.
Classe 1972, Sete Gibernau lo scorso 15 dicembre ha compiuto 50 anni. In un'intervista di Federico Mariani sulle pagine della Gazzetta dello Sport, l'ex pilota di Barcellona ha ripercorso i primi anni di carriera nel Motomondiale, svelando un ricordo toccante: "Se in assoluto devo scegliere una gara, allora dico Jarama 1998. Avevo una Honda col V2 bicilindrico due tempi. Quando debuttai nel Motomondiale, mio nonno mi promise che avrebbe preparato una bottiglia di champagne per festeggiare il mio primo podio. Sul momento non gli credetti. Pensavo che non ce l'avrei mai fatta. E invece sul circuito di Jarama arrivai terzo. Dopo la gara lo chiamai subito per ringraziarlo. Mio nonno era in età avanzata. Mi disse che sarebbe morto felice per quel risultato. Dopo un mese e mezzo ci lasciò. Per questo motivo il GP di Madrid resta una gara speciale".
Poi Sete ha parlato del legame con l'Italia, degli anni tra Gresini e Ducati, di ciò che si aspetta da Borgo Panigale in futuro: "Ho l'Italia nel cuore. Mi sento spesso a casa, ho ancora molti amici. E poi ho iniziato a correre nel Motomondiale in 250 con Axo San Patrignano, un team italiano, concludendo la carriera con Ducati. Dunque l'Italia ha un valore molto importante per me. Sono molto contento per gli amici del reparto corse. Ducati sarà il riferimento in MotoGP, grazie anche alla presenza di tante moto, poichè così è più facile sviluppare un progetto. Mi ha fatto piacere veder vincere una moto europea, italiana in modo particolare. Sono felice anche per Bagnaia, che è una persona fantastica. Poco da dire pure sul team Gresini. È stata la mia famiglia per tanti anni. Sono rimasto in contatto nei momenti duri dopo la scomparsa di Fausto. Sono stato orgoglioso di loro vedendo il rendimento del 2022".
Infine lo spagnolo ha fatto le carte della MotoGP 2023, esaltando Marc Marquez ed evidenziando una profonda ammirazione per ciò che il Cabroncito ha dovuto affrontare negli ultimi anni: "Se tutto va bene, la novità sarà la presenza di Marquez al top dall'inizio del Mondiale, anche se molto dipenderà dalla Honda. Immagino siano alle prese con alcuni problemi e se non li risolveranno sarà difficile vincere anche per uno come Marc. Sia loro che Yamaha dovranno lavorare moltissimo per recuperare. Se devo scegliere un nome dico comunque Marquez. Dal mio punto di vista è un eroe, il pilota più forte della storia. Sono curioso di vedere come affronterà il nuovo nemico, ossia l'aspetto psicologico, la capacità di gestire le difficoltà. Marc è in un momento inedito per lui. Finora non si era mai trovato in una posizione simile. Dovrà fare i conti con pensieri che lo faranno agire in modo diverso dal solito. Ma penso che Marc abbia ancora alcune stagioni ad alto livello davanti a sé".