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Perché Mattia Binotto
non sarà in Turchia?

  • di Diletta Colombo Diletta Colombo

12 novembre 2020

Perché Mattia Binotto non sarà in Turchia?
Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, non sarà a Istanbul per il Gran Premio della Turchia. Si tratta di un esperimento che potrebbe essere replicato per alcuni GP il prossimo anno. Perché la vera lotta per tornare al top si gioca in fabbrica e non in pista

di Diletta Colombo Diletta Colombo

Mattia Binotto si dà allo smart working. Come già anticipato qualche giorno fa dalla Ferrari, il team principal della Rossa non sarà in pista a Istanbul per il Gran Premio della Turchia di Formula 1, ma resterà alla base, a Maranello. Il responsabile sportivo, Laurent Mekies, che ne farà le veci in Turchia, ha spiegato che Binotto sfrutterà le tecnologie che molti si sono abituati ad impiegare negli ultimi mesi per coordinare da remoto. Certo, concede Mekies, sarà strano non vederlo fisicamente al muretto e nei briefing, ma i suoi input saranno forti e chiari, sia all’interno del team che all’esterno.

Pioniere in questo senso in realtà era stato Toto Wolff, che nel 2019, a giochi per il mondiale conclusi, non aveva presenziato al Gran Premio del Brasile. Un esperimento che si è poi rivelato una tantum, visto che Wolff non ha più saltato una gara da allora. E anche un contesto decisamente diverso. In quel caso, la Mercedes aveva già centrato entrambi i titoli mondiali, riducendo ad una formalità gli ultimi weekend di gara dell’anno. La Rossa, invece, in teoria può ancora cercare di riagganciare il terzetto formato da Renault, Racing Point e McLaren, in lotta per la terza posizione in classifica. 

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Così come fece ai tempi Wolff, oggi Binotto prende le misure con il supporto da remoto, che potrebbe rivelarsi cruciale nell’infinita stagione 2021. Sono 23 le gare in calendario il prossimo anno, una cifra record. Che sta causando dei grattacapi ai team per la gestione del personale, inevitabilmente destinato ad essere messo duramente alla prova da un’agenda così serrata. Molte scuderie, soprattutto quelle più grandi, stanno prendendo in considerazione metodi di turnazione per evitare il burnout dei dipendenti, top management compreso. 

Ma Binotto, tecnico sopraffino, desidera passare più tempo a Maranello per un motivo molto più importante. Seguire da vicino non solo il lavoro per il 2021, ma pure il cruciale sviluppo della monoposto per la stagione 2022, che entrerà nel vivo a partire dal gennaio del prossimo anno. Dopotutto, è sul progetto per il nuovo regolamento tecnico che la Ferrari si gioca l’imperdibile chance di tornare al top. Bisogna lottare in fabbrica, per lottare di nuovo in pista. Solo così la Rossa potrà svegliarsi finalmente dall’incubo che sta vivendo in questa travagliata stagione, con margini di miglioramento limitati per il prossimo anno. 

 

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