Aprilia, 54 titoli mondiali nelle più disparate categorie e nemmeno un pilota che voglia andarci. Se non quelli che, come Lorenzo Savadori e Bradley Smith, si trovano già lì con un lavoro meno interessante. Sulla squalifica di 4 anni inflitta ad Andrea Iannone dall'Agenzia Anti Doping a Noale non hanno colpe, se non quella di non essersi cercati un'alternativa reale prima che tutto andasse a rotoli.
Alternativa che poteva essere Andrea Dovizioso, il quale però ha rifiutato per mancato interesse. 34 anni, di cui 8 passati in Ducati per costruire un progetto vincente, sono troppi per ricominciare da zero. Discorso simile per Cal Crutchlow, il quale si era detto ancora interessato a correre ma non in Aprilia: l’inglese ha preferito sostituire Jorge Lorenzo come collaudatore in Yamaha. E lo stesso maiorchino, che ad un certo punto era sembrato pronto a tornare, non ha trovato un accordo col marchio. Perché il 5 volte iridato non poteva accettare uno stipendio da pilota normale a condizioni normali e, per Aprilia, metterlo sotto contratto mentre incassa 4 secondi al giro da piloti su moto di serie sarebbe stato rischiosissimo.
A questo punto Massimo Rivola è andato (comprensibilmente) a cercarsi qualche buon pilota della Moto2, ma dev’essere stato come cercare di sedurre una donna in viaggio di nozze. Puoi sempre riuscirci, ma devi fare i conti col marito. Che, nel caso di Fabio di Giannantonio, è lo stesso Fausto Gresini a cui Aprilia si appoggia per correre nel mondiale. Idem per Marco Bezzecchi, che ha preferito continuare con lo Sky Racing Team VR46 per un altro anno prima di passare in MotoGP. Per correre nella masterclass ci sarà tempo e, forse, un’opzione più sicura. Ancora più controverso, se possibile, l’avvicinamento con l’americano Joe Roberts, il quale ha litigato pesantemente col proprio manager pur di non fare il salto in MotoGP.
Così qualche giorno fa Aprilia ha dichiarato che per il 2021 darà la moto al più veloce dei due tester, Lorenzo Savadori e Bradley Smith. Una situazione triste per tutti: per la Casa, che si è vista rifiutare da ogni dove la proposta di una moto ed anche per i piloti già sotto contratto, trattati come la ruota di scorta dell’ultima ruota del carro.
Ma perché nessuno vuole andare in MotoGP con Aprilia?
La moto è in crescita, le idee sono buone e il motore presentato nei test del 2019 era di ottimo livello. Poi i problemi di affidabilità hanno costretto i tecnici a ridurre la potenza e, durante l’anno, abbiamo visto più di una volta Aleix Espargarò rientrare ai box sconsolato per una rottura o un guasto meccanico. Ma questo non è un problema, Alex Rins e Joan Mir sono stati ben felici di firmare con Suzuki quando ancora era una moto poco competitiva e lo stesso hanno fatto Miguel Oliveira e Brad Binder con KTM. Austriaci e giapponesi sono entrati in MotoGP con il fine ultimo di vincere titoli mondiali e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: KTM nel 2020 ha vinto tre gare (due con Oliveira e una con Binder) e Suzuki si è portata a casa il titolo.
Aprilia invece, quando le cose vanno bene, continua ad arrancare a ridosso della top ten. La sensazione (almeno da fuori) è che il Gruppo Piaggio non ci stia credendo abbastanza. E questo sì che è un problema.
Nessuno ha vinto tanto come loro e le moto costruite a Noale sono tra le più raffinate ed efficaci tanto in pista quanto su strada. Ma anche in termini di prodotto ad Aprilia è sempre mancato qualcosa, perché chi compra una RSV4 1100 Factory non vuole portarla a fare il tagliando dallo stesso meccanico che cambia le pastiglie al Liberty Piaggio. Sam Lowes (che ha corso con la Casa veneta nel 2017, chiudendo al 25° posto con 5 punti) ha voluto metterci del suo rispondendo al giornalista inglese David Hemmett, che su Twitter scriveva: “Gli aeroporti sono il luogo senz’anima per eccellenza. Infiniti corridoi di acciaio, vetro e pannelli di compensato che non ti danno alcun modo di capire in che stato o in quale continente ti trovi”. Lowes gli ha risposto che “evidentemente non sei mai stato ad un debriefing di Aprilia”.
Premesso che se Lowes non ha mai raccolto nulla di significativo in MotoGP -se non svariati chili di ghiaia- non è certo colpa di Aprilia, nelle parole del britannico c'è una punta di verità. A Noale, evidentemente, non arrivano abbastanza liquidi dal Gruppo Piaggio e per i piloti interessati non c'è una struttura solida a sostenerli. Correre in MotoGP senza il budget per farlo è impossibile anche se hai 54 titoli in bacheca e, soprattutto, chi è arrivato al motomondiale tra rinunce e sacrifici lo sa meglio di chiunque altro. La soluzione sembra solo una: dare più autonomia al reparto corse di Aprilia, garantire i fondi necessari per competere ad alti livelli (che nelle casse del gruppo non dovrebbero mancare) e costruire un programma solido per il futuro.
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