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Quando Roberto Maroni si batté per Monza e arrivò a minacciare Ecclestone (che gli fece cancellare il pass)

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

22 novembre 2022

Quando Roberto Maroni si batté per Monza e arrivò a minacciare Ecclestone (che gli fece cancellare il pass)
L'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni è morto oggi, all'età di 67 anni, dopo una lunga battaglia contro il cancro. Tra le tante battaglie politiche anche quella per mantenere la Formula 1 in Italia, a Monza, negli anni più complessi dell'era Bernie Ecclestone

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

È morto oggi, all'età di 67 anni, Roberto Maroni. Storico membro della Lega, di cui è stato segretario dal 2012 al 2013, e presidente della regione Lombardia dal 2013 al 2018, Maroni ha ricoperto la carica di ministro dell’Interno per due volte nella sua lunga carriera politica, durante il primo e il quarto governo di Silvio Berlusconi, e quella di ministro del Lavoro nel secondo e nel terzo governo Berlusconi. Roberto Maroni era malato e da tempo aveva reso pubblica la sua lotta contro il cancro che, nella notte tra lunedì e martedì, lo ha portato alla morte. Oggi il mondo della politica italiana lo celebra con messaggi di affetto e di stima per gli anni dedicati al lavoro pubblico. 

Forse non in molti ricordano come Maroni si sia fortemente battuto anche per lo sport e, in particolare, per mantenere la Formula 1 in Italia - con lo storico appuntamento del Gran Premio Monza - negli anni più complessi dell'era Bernie Ecclestone. 

Nel 2016, da governatore della Lombardia, Maroni spinse per il rinnovo della corsa brianzola, incontrando a più riprese l'allora capo della Formula 1 Bernie Ecclestone, in un braccio di ferro che durò per mesi: agli appuntamenti, per dare man forte a Maroni, presenti anche Sergio Marchionne e Flavio Briatore. Un tira e molla che finì con il rinnovo di Monza per la grande gioia dei tifosi italiani ma che fu soprattutto la conclusione di un trattato, e di un'antipatia, iniziata già nel 2015. 

Il Gran Premio di Monza
Il Gran Premio di Monza

L'anno precedente infatti Maroni fece la voce grossa per tentare il rinnovo e minacciò pubblicamente Ecclestone nel corso della presentazione del GP di Monza edizione 2015: "Bernie può presentarsi qui solo se firma il contratto, altrimenti non lo faremo entrare". Una sparata che non piacque al capo del circus, conosciuto da sempre per il carattere sanguigno, che rispose facendo cancellare il pass per entrare al Gran Premio a Maroni. La minaccia dell'allora governatore della Lombardia infatti si rivelò un boomerang perché il GP non apparteneva né all'Autodromo Nazionale di Monza né all'Aci ma alla FOM, l'organizzazione commerciale della Formula 1 che a quel tempo, prima del passaggio a Liberty Media, apparteneva proprio a Ecclestone. 

Fu poi lo stesso Bernie a fare un passo indietro, accogliendo Maroni nel paddock del Gran Premio del 2015 dove i due dialogarono a lungo sul futuro di Monza e dell'accordo economico necessario per poter mantenere in vita la tappa italiana della Formula 1: una discussione che proseguì per mesi ma che si concluse con un successo italiano che continua ancora oggi. 

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