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Questa Ferrari ha restituito a Imola un rumore che credevano di aver perduto

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

23 aprile 2022

Questa Ferrari ha restituito a Imola un rumore che credevano di aver perduto
Parlano di silenzio, le persone di Imola. Il silenzio di una morte, quella di Ayrton Senna, che questa città non dimenticherà mai. L'inizio di un cambiamento, la costruzione di un muro, che in questo weekend di speranza italiana, e in questa stagione di rinascita Ferrari, sembra pronto per essere finalmente abbattuto

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Il silenzio. Quello si ricordano, a Imola, di un primo maggio per sempre inciso nella memoria collettiva della città. "Quando è morto Ayrton Senna - raccontano qui le persone - se ne stavano tutti zitti. Per un intero mese quando andavi al bar o in piazza l'aria che si respirava era quella del lutto". Come se Imola stessa avesse perso qualcosa, oltre che qualcuno. 

E da quel primo maggio del 1994 qualcosa si è rotto nel legame profondo che unica Imola e la Formula 1. Non sono bastate le modifiche del circuito, gli anni a venire, i successi della Ferrari di Michael Schumacher. 

"L'ambiente, lo spirito, non era più lo stesso". Nessuno scavalcava più le gradinate, si arrampicava sugli alberi, correva in bicicletta a vedere incidenti, fumo e macchine distrutte. E quando la Formula 1 alla fine del 2006 ha lasciato questa terra di motori, per cercare fortuna altrove, l'impatto c'è stato, la tristezza si è sentita, ma "era come se ce lo sentissimo". 

Poi il Covid, le due gare senza spettatori, il ritorno nel calendario ufficiale di un circuito che piace ai fan, alle persone, piace al circus e ai piloti. "Una pista vera" ha detto Sebastian Vettel prima dell'inizio del fine settimana, e Imola vera lo è per davvero. 

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Vera perché qui i motori sono di casa e le cose o le sentono davvero, dal profondo, o passano oltre. Ed è come se quella tragedia ormai lontana quasi trent'anni, quella morte indimenticata e indimenticabile, abbia costruito un muro tra la città e la Formula 1.

Un muro di silenzio che il ritorno del circus, e la rinnovata passione per questa Ferrari giovane e affamata, sembra aver finalmente rotto. Perché di "silenzio" questo fine settimana è impossibile parlare. Dentro e fuori dall'Autodromo, su e giù per le curve del circuito, davanti ai locali, nelle piazze, per strada e nei prati. L'adrenalina, la frenesia e la passione stanno in tutte le cose che circondano Imola nel primo weekend di gara post Covid in Emilia Romagna.

"Non è solo perché la Ferrari quest'anno è di nuovo competitiva - cercano di spiegare gli imolesi della Rivazza - è proprio il clima ad essere cambiato, a sembrare quello di un tempo". I giovanissimi provano a infilarsi tra le recinzioni, suonano i campanelli delle case con vista sul circuito per provare a farsi invitare dentro, i bambini gridano il nome di Leclerc, i veterani borbottano indicando i cappellini arancioni dei tanti fan di Verstappen arrivati dall'Olanda. E capisco. Capisco che solo l'amore e l'attaccamento per una Formula 1 rinata poteva rompere quel muro di silenzio costruito nel cuore degli abitanti e restituire a Imola ciò che credeva di aver perso. La passione.

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