Non avremmo mai pensato di dirlo, ma eccoci qua: ridateci Nico Rosberg. O, se non proprio lui, uno come lui. Perché Max Verstappen ce la mette davvero tutta, ma la Mercedes è irraggiungibile in condizioni normali, almeno se si parla del tritacarne che corrisponde al nome di Lewis Hamilton. E allora per aumentare lo spettacolo servirebbe un compagno di squadra in grado, a parità di mezzo, di minare nel profondo le convinzioni di Hamilton, di instillargli il dubbio di non essere infallibile.
Valtteri Bottas, il mansueto, rassegnato Bottas, non ci prova nemmeno. Dice di volersi battere per il mondiale, ma non ci crede manco lui. Perché è difficile tentare un’impresa ardua come quella di dare del filo da torcere ad Hamilton se in cuor proprio si è convinti di non esserne capaci. E allora il nostro si ammutolisce in partenza, si fa sfilare da Verstappen e Stroll perché preso in contropiede. Dopo essere stato beffato per un nulla in qualifica. 59 millesimi che pesano come un’incudine, se si vive con la certezza di essere il secondo pilota. E alla fine conclude terzo.
Rosberg non era affatto così. Estremamente intelligente, era perfettamente consapevole di essere meno talentuoso di Hamilton. E, forte di questa convinzione, decise di puntare sulla tortura psicologica. Con una serie di dispettucci, in pista e fuori, che destabilizzarono Hamilton. Che, nel 2016 vincente di Rosberg, aveva un po’ dormito all’inizio. E quel furbacchione di Rosberg capitalizzò sul fatto che Hamilton non si capacitasse di poter essere battuto da uno che conosceva dai tempi dei kart, uno che aveva obliterato con naturalezza nelle due stagioni precedenti.
E così, complice anche la fortuna – perché senza quella rottura del motore sulla monoposto di Hamilton in Malesia l’albo d’oro sarebbe stato diverso – Rosberg riuscì ad avere ragione di Hamilton a fine stagione. Con un prezzo psicologico lampante, visto che dopo la vittoria del titolo decise di ritirarsi, stremato e ormai pago. Facendo dopotutto un ulteriore scherzo ad Hamilton, perché l’inglese non ha mai potuto prendersi la sua rivincita. E ad Hamilton rode ancora, eccome. Pur con i successi devastanti successivi. Perché sa di essere stato fregato alla grande.
Intervistato da Sky Sport F1, Rosberg ha consigliato scherzosamente a Bottas di indispettire Hamilton organizzando grigliate di carne davanti al suo motorhome. Il suggerimento dietro questa battuta è evidente: dare fastidio il più possibile anche fuori dalla pista, per cercare di destabilizzarlo. Ma Bottas non lo farà mai, e non è solo una questione di indole. Dopo le botte da orbi tra Hamilton e Rosberg, la Mercedes ha ben pensato di evitare altre convivenze difficili scegliendo un pilota che fosse sì veloce, ma non impensierisse Hamilton.
È nata così la coppia d’oro Hamilton-Bottas. Affiatatissimi, perché ognuno in un ruolo ben preciso. Hamilton, il re. Bottas, lo scudiero. E finché Hamilton non deciderà di abdicare, sarà impossibile assistere ad una situazione diversa. Troppo efficaci insieme per rompere l’armonia. E Bottas, con i suoi 15 milioni annuali per il 2021, fa più che volentieri da tappezzeria. Ma pure Rosberg sta benissimo dov’è, YouTuber, commentatore e padre di famiglia. Libero dalla pressione di diventare campione del mondo come papà Keke. E consapevole di essere riuscito in un’impresa irripetibile. Perché Hamilton, scottato da quell’esperienza, ha fatto in modo che non accada più.