Viva la sportività tra piloti, il gioco di squadra, i ragazzi per bene in Formula 1. Viva George Russell che, vedendo la sua gara ormai tutta da ricostruire alla ripartenza del Gran Premio di Ungheria, in un team radio dice al suo Muretto: "Se dovete compromettere il mio GP per aiutare Nichy (Latifi) fatelo pure!".
Viva questi piloti qua, che danno tutto in pista ma che poi, quando serve, sanno usare la testa e pensare alla scuderia. Che ci sono gli uni per gli altri, che non si fanno inghiottire solo all'egoismo, vero motore di questo sport.
Attenzione però. Perché in mezzo a tutti gli applausi, arrivati in coro dagli appassionati dopo lo sportivissimo commento di Russell, c'è da fare i conti con chi, dell'essere sportivi, non si interessa affatto. George Russell a un certo punto della sua carriera dovrà fare i conti con i grandi, con i leoni, con chi per vincere ciò che conta davvero è disposto a tutto.
Il britannico, che tutti vorremmo vedere il Mercedes il prossimo anno al fianco di Hamilton, dovrà battersi con un sette volte campione del mondo che - da giovanissimo - ha imparato che cosa significa dover battagliare contro uno che, del lavoro di squadra, proprio non si interessava: Fernando Alonso. Tutti ricordiamo il loro pazzo 2007, i dispetti, i deliri ai box e nelle conferenze stampa.
E tutti sappiamo anche che Hamilton, oggi, va così d'amore e d'accordo con Valtteri Bottas perché rispetta perfettamente il motto dell'inglese: team work is dream work. Già perché il lavoro di squadra è il lavoro dei sogni se, come nel caso del finlandese, sei disposto a tutto pur di restare a bordo della giostra, anche sacrificare podi, vittorie e, chissà, magari anche lotte mondiali.
Cosa che, a un certo punto della sua carriera, Nico Rosberg non è stato più disposto a fare. Il tedesco nel 2016 ha alzato un muro nei box, disposto anche a buttare via un'amicizia decennale per provare seriamente a battere Hamilton. Ce l'ha fatta, ma i due ne sono usciti devastati sia personalmente che sportivamente, con Nico ritirato da campione in carica e Lewis pronto a un nuovo inizio (soprattutto mentale) con Mercedes.
Non si vincono i mondiali con il fair play, soprattutto quello tra compagni di squadra. Per carità George Russell è stato bravissimo, corretto, molto sportivo e il suo team radio in Ungheria verrà ricordato come uno dei più belli degli ultimi anni. Ma attenzione, perché il momento per mettere da parte la sportività arriverà, e anche George dovrà saperlo fare. Altrimenti Lewis Hamilton se lo mangerà a colazione.