Chi lo avrebbe mai detto, un anno fa, che quel Vettel in lacrime sotto i fuochi d'artificio di Singapore sarebbe stato il Vettel del suo ultimo successo sulla Ferrari. Lui che aveva da poco annunciato la volontà di continuare insieme alla squadra anche nel 2021, lui che della scuderia di Maranello è sempre stato follemente innamorato e lui che avrebbe voluto vincere quel titolo in rosso, quello in onore del suo Michael Schumacher.
Ma a un anno esatto di distanza da quel 22 settembre 2019, Sebastian Vettel è una persona diversa e la scuderia di cui è stato a lungo innamorato non è certo quella del suo sogno di sempre: una monoposto nata male, non competitiva, motivo di imbarazzo per una casa prestigiosa come la rossa e un pilota che assomiglia a un ex innamorato con il cuore infranto, che sceglie di annunciare il suo futuro proprio per i 1000 Gran Premi della Ferrari.
E chi lo avrebbe detto che quel Vettel emozionato e incredulo, quello di Singapore 2019, si è trasformato in questo Vettel. Che quella Ferrari improvvisamente velocissima, da titolo, si sarebbe rivelata illegale, e poi lentissima, drammatica, inguardabile e inguidabile. Che il Seb che teneva con orgoglio la bandiera con la scritta "Essere Ferrari" sarebbe diventato la persona più lontana dalla scelte di quella sua stessa scuderia.
Nessuno. Non lo avrebbe immaginato proprio nessuno. Ma - con la speranza che la rossa ritorni ad essere quella del suo più lucente passato - ricordiamo il Sebastian Vettel di un anno fa, il 22 settembre 2019. Giorno della sua ultima vittoria come pilota Ferrari.